19
ottobre

Marco Bocci lasciato ‘Solo’

Solo marco bocci

Marco Bocci

Marco Bocci è rimasto “Solo” nei venerdì sera di Canale 5. La fiction Taodue, complice l’azzardata collocazione, non ha mai superato i 2.500.000 di telespettatori attestandosi, di fatto, come un vero e proprio flop. Al centro della scena il pubblico ha ritrovato il poliziotto Marco Pagani, una sorta di antieroe moderno: ormai completamente infiltrato nel clan dei Corona, il personaggio di Bocci sembra sentire un vero affetto per la moglie Agata (Carlotta Antonelli) –  che ha dovuto obbligatoriamente sposare per non far saltare la sua copertura nella famiglia criminale – e questo lo ha portato inevitabilmente a spingersi oltre il “limite della giustizia”.

Una caratterizzazione “borderline” simile a quella di Domenico Calcaterra, il protagonista di Squadra Antimafia interpretato proprio da Bocci. Le caratteristiche del “Mimmo” di SAM sembrano essere state trasferite nel Marco di “Solo” e tutto ciò crea inevitabilmente un effetto déjà-vu: entrambi i personaggi fanno parte, in teoria, della squadra dei buoni ma finiscono per prendere delle decisioni “contra legem” che si ripercuotono sulla vita di coloro che gli gravitano intorno.

Da un lato Marco agisce senza pensare, spinto dal dolore per la perdita della sua amata Barbara (Diane Fleri), dall’altro Domenico perde completamente la bussola in seguito alla morte di Claudia Mares. Non ci stupirebbe dunque se l’agente Solo, al termine della fiction, finisse per non essere in grado di discernere il bene dal male diventando una scheggia impazzita esattamente come Calcaterra. Funziona meglio il personaggio interpretato da Peppino Mazzotta: Bruno Corona mantiene tutte le caratteristiche del cattivo per antonomasia, anche se stupisce il suo silenzio sulla vera identità di Marco (il malvivente sa infatti che il “cognato” è un agente infiltrato della SCO).

La regia di Stefano Mordini porta il pubblico a provare empatia per Marco: grazie a dei flashback piuttosto curati, è possibile capire quello che “Solo” sta pensando ed intuire i suoi vari stati d’animo. Bilanciato anche il mix tra il genere sentimentale e quello tipico dei prodotti dedicati alla mafia: Marco appare diviso tra l’amore che inizia a sentire per Agata e il vero obiettivo per cui ha conosciuto la donna, ossia scardinare dall’alto una delle famiglie più potenti della ‘ndrangheta. Il problema è che ormai tale miscela è vista e rivista.

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3 Commenti dei lettori »

1. IOLE ha scritto:

19 ottobre 2018 alle 15:02

su raiuno avrebbe fatto almeno il doppio
la gente si è rotta di aspettare la fine di striscia



2. Miko ha scritto:

19 ottobre 2018 alle 18:06

Oltre alla ripetitività (citerei anche ”Le mani sulla città” ovvero un vero e proprio ”Squadra antimafia” ambientato a Milano, che infatti non andò bene in quanto copia pedissequa), il problema delle fiction Taodue (tutte quante) è che restano sempre dieci gradini sotto le loro ambizioni e le loro reali potenzialità, sono rimasti fermi ai tempi di Distretto di polizia…….

Il nuovo direttore delle fiction Mediaset Daniele Cesarano avrebbe molto da insegnargli in quanto a scrittura di fiction di tema poliziesco-mafioso.

Un consiglio da semplice appassionato per gli autori delle fiction Taodue: basta con queste prudenze, levate il freno a mano ed iniziate a pigiare sul acceleratore!!!!!



3. Simone ha scritto:

19 ottobre 2018 alle 23:32

La regia NON è di Michele Alhaique in questa seconda stagione.



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