Se siete amanti del genere horror c’è qualcosa che potrebbe fare al caso vostro: Hill House, nuova produzione Netflix disponibile da questo weekend. Liberamente ispirata al libro di Shirley Jackson The Haunting of Hill House pubblicato nel 1959, la serie tv è stata creata e diretta da Mike Flanagan, conosciuto soprattutto per Ouija – L’origine del male.
Nel cast del telefilm spiccano Michiel Huisman (già visto ne Il trono di Spade), Carla Cugino (Chicago Hope, Californication) e Timothy Hutton, vincitore del premio Oscar nel 1981 – come miglior attore non protagonista – per il film Gente Comune.
Strutturata in dieci episodi, la narrazione della storia si concentrerà sui fratelli Crane: Steven, Shirley, Theo, Luke e Nell. Attraverso diversi flashback tesi a ricostruire l’infanzia dei protagonisti, i telespettatori apprenderanno che i parenti sono stati segnati da un profondo trauma. Dopo essersi trasferiti col padre Hugh e la madre Olivia a Hill House per restaurarla e poi rivenderla, i fratellini hanno infatti dovuto combattere con i numerosi segreti legati all’edificazione della casa e soprattutto con una stanza dall’accesso proibito (nessuno è mai riuscito ad aprire la porta di ingresso).
Un segreto che, col trascorrere dei giorni, è esploso in una escalation di violenza che ha portato i cinque consanguinei a fuggire col papà (e dunque senza la loro madre). Trascorsi tantissimi anni, i Crane (ormai adulti) dovranno così fare nuovamente i conti con il passato poiché un’emergenza li costringerà a rivivere con dolore il loro passato e i conflitti che non hanno mai risolto.
Nessun effetto speciale splatter ma una semplice ghost story dove il sangue non scorrerà a fiumi. Il clima di forte tensione “emotiva” verrà tutto incentrato sulle sensazioni che Hill House –una villa gotica, isolata e avvolta dalla nebbia– lascerà nei suoi fan. Come ogni storia di fantasmi che si rispetti, non mancheranno gli strani cigolii, le ombre nei corridoi scuri dell’abitazione e alcune apparizioni improvvise.
A differenza delle pellicole horror, Flanagan ha scelto però di non puntare su numerosi colpi di scena: oltre ad un ritmo molto calmo, il regista ha dichiarato di essersi posto come obiettivo quello di far entrare in empatia ciascun spettatore con i vari personaggi che ha creato.