Mario Giordano canta fuori dal coro. E, in effetti, il ruolo ben gli si addice: il giornalista, infatti, è l’unico sopravvissuto della rivoluzione editoriale con cui Rete4 ha messo al bando i cosiddetti programmi populisti (che peraltro erano sue originali creature). Nella nuova striscia preserale da lui condotta – e intitolata, per l’appunto, Fuori dal Coro – il solista del politicamente scorretto non è però solo sulla scena. Ciò lo costringe a improvvisarsi direttore d’orchestra.
Ogni sera Giordano dice la sua riguardo ai principali avvenimenti d’attualità. Politica, economia, sicurezza e immigrazione vengono commentate con toni graffianti e con argomentazioni che si distaccano volutamente dalla dominante corrente d’opinione, diffusa sui principali quotidiani e tra gli analisti à la page presenti in tv. Questo è senza dubbio l’aspetto più convincente del programma, ciò che lo differenzia nell’affollato e in grande parte banale panorama informativo.
A Fuori dal Coro, il conduttore è affiancato in collegamento dalla giornalista Luisella Costamagna, che gli fa da contraltare, e da una serie di ospiti che a turno intervengono portando punti di vista antitetici. E’ proprio in questo frangente che il solista Giordano deve improvvisarsi direttore d’orchestra e cercare di gestire al meglio l’inevitabile scontro tra opinioni. La breve durata della trasmissione, tuttavia, costringe il giornalista a ritmi serratissimi e non è raro che i suoi ospiti vengano bruscamente interrotti nelle argomentazioni o prevaricati dall’inconfondibile voce dello stesso padrone di casa, indaffarato ad esaurire le notizie in scaletta e le immancabili ‘perle’ del giorno.
La vivacità imposta dal conduttore, peraltro, non trova sempre un adeguato riscontro da parte della regia, che spesso manca di tempestività nell’accompagnamento grafico sul vidiwall o nella gestione dei collegamenti. Il dettaglio non è secondario: Giordano, infatti, associa dati, numeri ed immagini alle proprie parole, così da renderle più efficaci, concrete. E quando la condivisibile indignazione per le italiche vicissitudini arriva alle stelle, il giornalista allarga le braccia e – con improbabile verve teatrale – strilla esasperato.
La curiosità per tutto ciò che è politicamente scorretto, anticonformista e, sì, anche un po’«populista» (che poi, mica è sempre un’offesa), ci spinge a ritenere l’esperimento di Fuori dal Coro degno d’interesse, ma anche a coglierne alcune criticità. Che la sfida di Giordano non fosse facile – vista anche la rischiosa collocazione – lo si sapeva sin dall’inizio e gli ascolti, finora non proprio esaltanti, lo confermano.
1. Sanjuro ha scritto:
4 ottobre 2018 alle 20:26