Ma Massimo Giletti è contento di stare a La7 o vive la sua esperienza terzopolista come un ripiego forzato? La domanda sorge facile facile, anche perché la posizione del conduttore sta diventando persino imbarazzante. Per l’editore Urbano Cairo, ovviamente. Ad ogni intervista che rilascia, infatti, il riccioluto presentatore di Non è L’Arena non perde l’occasione di ribadire il proprio rammarico per non essere in Rai, con dichiarazioni che oscillano tra il nostalgico e il sentimentale. Con buona pace dell’imprenditore piemontese, che lo vorrebbe con sé a lungo termine.
In ordine di tempo, l’ultima serenata al servizio pubblico, il conduttore di La7 l’ha intonata in una recente intervista ad Avvenire. A poche settimane dal suo ritorno in onda sulla rete terzopolista, fissato per settembre, Giletti è tornato a languire di nostalgia per la Rai.
“Ci penso sempre e quando passo a Viale Mazzini non posso fare a meno di alzare lo sguardo verso quelle finestre. Provo un sentimento strano, un misto di amarezza e di amore. Amarezza perché ho provato sulla mia pelle che basta una persona per decidere cosa deve succedere a un conduttore con ventisette anni di azienda alle spalle senza che nessuno muova un dito. Amore per le tante persone con cui ho lavorato, quel mondo lo porto dentro di me“
ha dichiarato. E la conversazione con il giornalista di turno, guarda caso, alla fine anche stavolta è andata a ricadere proprio lì:
“Vuole sapere se penso di tornare in Rai? Le rispondo con le parole di Urbano Cairo che ha detto: ‘Per Giletti è pronto un contratto di cinque anni ma non credo che lo firmerà’. Sono ancora un uomo di sentimenti e sono contento di provare emozioni. La Rai è la mia casa, ho sempre rifiutato tutte le altre proposte che mi sono arrivate quindi… boh!“.
Tra le righe, più o meno esplicitamente, il riferimento ad un ritorno eventuale sul servizio pubblico non manca mai. Il che poteva essere comprensibile agli inizi, nei primi mesi successivi all’addio forzato all’azienda di Viale Mazzini, ma non ora, dopo oltre un anno e dopo una riconferma nel palinsesto di La7.
Lo stesso Cairo, per l’appunto, in tempi non sospetti aveva manifestato la volontà di blindare il conduttore a La7 con un contratto quinquennale. Che Giletti gli risponda indirettamente definendo la Rai ‘casa sua’ è quantomeno anomalo. Del resto, può un conduttore lavorare per un’emittente e lamentarsi per non essere su un’altra? A questo punto, il brizzolato mattatore di Non è L’Arena faccia un atto di onestà e lo dica chiaramente: La7 mi va un po’ stretta, voglio tornare in Rai.
1. R101 ha scritto:
5 agosto 2018 alle 13:34