I gay? “Io li chiamo froci“. Vittorio Feltri scatenato (e politicamente scorrettissimo) a Stasera Italia. Ieri sera, intervenendo come ospite nel talk show di Rete4, il direttore di Libero ha detto la sua in merito alla polemica sulle famiglie arcobaleno e lo ha fatto spiazzando tutti. Il giornalista, infatti, si è dichiarato favorevole ai diritti degli omosessuali, che tuttavia ha appellato con un linguaggio volutamente provocatorio, ai limiti della volgarità. Il cortocircuito linguistico ha avuto effetti esplosivi.
L’inaspettato siparietto è iniziato quando a Vittorio Feltri è stato chiesto di esprimere la propria opinione sulle parole del ministro Lorenzo Fontana, che nei giorni scorsi aveva sottolineato l’inesistenza agli occhi della legge delle famiglie arcobaleno. Il giornalista, a quel punto, ha affermato:
“Penso che il ministro Fontana sbagli, perché quella dei froci è una realtà e bisogna prenderne atto“.
L’appellativo utilizzato da Feltri ha fatto immediatamente sobbalzare il conduttore Marcello Vinonuovo. “Oddio, oddio. Direttore, prego…” ha esclamato il giornalista, invitando l’ospite a moderarsi. Ma questi, in tutta risposta, ha rincarato volutamente la dose, in barba al politicamente corretto:
“Sì, io li chiamo froci. Posso chiamarli ricchioni, busoni, ma io non li chiamo ‘gay’, perché parlo in italiano e non in inglese! Quindi chiamali come cacchio vuoi, per me sono froci. ‘Omosessuali’ è un termine medico che io evito. Io parlo il linguaggio della gente, quindi non rompetemi le palle anche sul linguaggio. Parlo come voglio! Io voglio che i froci facciano quello che vogliono, basta che non mi rompano i cogli0ni“.
Così, il giornalista bergamasco ha lasciato tutti di stucco, tra sorrisi imbarazzati e forse anche divertiti, vista la paradossale escalation linguistica utilizzata per esprimere una posizione che, di fondo, non voleva affatto essere ostile agli stessi omosessuali. Ma che, poi, ha preso una piega imprevista.
Infine, un ulteriore giudizio tranchant del direttore sui gay pride, di cui erano state mostrate alcune immagini:
“Quando vanno in piazza a fare queste sceneggiate, a me non importa niente, gliele lascio fare molto volentieri. Però io queste cose le catalogo alla voce folklore, cioè cose anche di cattivo gusto, basta vedere anche come si vestono… Ma facciano quello che vogliono: a me non me ne frega un cazz0 dei froci!“.
1. soralella ha scritto:
10 giugno 2018 alle 11:47