23
maggio

Prima che la Notte: Rai 1 celebra la Giornata della Legalità con un film tv in ricordo di Pippo Fava

Prima che la Notte - Fabrizio Gifuni

Prima che la Notte - Fabrizio Gifuni

Nel prime time di Rai 1 arriva Prima che la Notte, un film tv di denuncia che racconta la vita, e soprattutto la morte, di Giuseppe “Pippo” Fava, un giornalista ucciso dalla mafia nel gennaio del 1984. Un racconto diretto da Daniele Vicari, che ripercorre le fasi finali della vita dell’uomo, uno scrittore che, ormai ultracinquantenne e con alle spalle una carriera fatta di successi, decide di tornare a Catania per difendere i deboli e fondare un suo giornale. Con lo scopo di denunciare i potenti.

Prima che la Notte: il cast del film tv su Pippo Fava

Nel ruolo di Pippo Fava Fabrizio Gifuni, attore molto attivo al cinema ed in teatro, già nel cast de La Meglio Gioventù, che il pubblico televisivo ricorderà per aver interpretato Papa Paolo VI nella miniserie Rai del 2008. Con lui Dario Aita, che sarà Claudio Fava, Lorenza Indovina nei panni di Lina, moglie di Pippo Fava, e ancora Aurora Quattrocchi (la madre), Barbara Giordano (Elena Fava), David Coco (il Cavalier Graci), Manuela Ventura (Cettina), Fabrizio Ferracane (Gaetano), Carlo Calderone (Miki) e Davide Giordano (Saro).

Il film tv è stato è stato presentato in anteprima al Teatro Petruzzelli nel corso del Festival del Cinema di Bari BIF&ST, ma va in onda oggi, in occasione della Giornata della Legalità. Scritto dal figlio del protagonista, Claudio Fava, con Michele Gambino, Monica Zapelli e con lo stesso Daniele Vicari, è tratto dall’omonima opera letteraria dei primi due ed è una coproduzione Rai Fiction – IIF. A seguire la trama.

Prima che la Notte: la trama

Pippo Fava, ormai ultra cinquantenne, dopo aver conseguito importanti successi nel cinema, in tv, alla radio e in teatro, nel 1980 decide di lasciare Roma e tornare a Catania per fondare un giornale. Intorno a questa impresa crea una vera e propria scuola di giornalismo improntata sulla più assoluta libertà d’opinione. Questa impostazione lo porta molto presto allo scontro con l’imprenditoria locale e la mafia a essa collegata che lo obbligano a chiudere il giornale. Per affermare la necessità di autonomia ed equidistanza nello svolgimento della professione, con l’aiuto del figlio Claudio e dei ragazzi formatisi con lui e ormai divenuti giornalisti capaci e appassionati, Pippo prosegue il suo cammino realizzando un mensile di grande successo, ” siciliani”. Le denunce sulla stratificazione della mafia nella sua città guidata allora da Nitto Santapaola non passano inosservate. E sarà proprio lui il mandante dell’uccisione di Fava. Morto lui, i suoi giovani allievi continueranno però a lavorare nella ricerca della verità mettendosi a servizio della libertà di stampa.

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