Promossi
9 al ritorno turbo di Pappa e Ciccia. Oltre 18 milioni di americani (25 se si considerano i dati differiti) erano incollati al video per il ritorno -21 anni dopo- della serie “pre cable” e “pre streaming”. Un racconto crudo ma comico, che non ha bisogno di situazioni e personaggi extra-ordinari, che è piaciuto alla pancia del paese, quella che non vive a New York (i cui abitanti, invece, non l’hanno premiata), quella maggioranza silenziosa che ha votato Trump; il quale si è prontamente congratulato con la protagonista.
8 a Pio e Amedeo. La loro comicità, che vuole dissacrare l’italiano medio a furia di luoghi comuni e che non disdegna volgarità, è a colpo sicuro e funziona. Qualche perplessità su Emigratis ce l’abbiamo: il duo comico spalmato su una prima serata lunga tre ore perde di efficacia e la collocazione non sembra la più adatta per il prodotto, visto il linguaggio poco edulcorato e la confezione in sè. Non tutti poi hanno gli strumenti per capire la satira che si cela dietro la comicità grottesca.
7 all’accordo Mediaset e Sky. Dopo anni di guerra, con i telespettatori costretti a barcamenarsi tra le due offerte, sulla carta la pax sembra creare valore per i clienti. Staremo a vedere.
6 ad E Poi C’è Cattelan. Il tentativo è apprezzabile e allo stesso tempo mal riposto. Alessandro Cattelan confeziona un programma che incuriosisce e a tratti diverte, ma il problema è che si guarda troppo all’America, irraggiungibile per diversi motivi. Non è soltanto una questa di divario di talenti o di budget, ma di culture; lo sforzo doveva consistere nel trovare la via italiana al late night, non cercare di riprodurre lo schema americano. La collocazione pay se da un lato lo sgancia dall’ansia degli ascolti (che non sono all’altezza dell’ambaradan) e permette scelte stilistiche più azzardate, dall’altro impedisce la creazione della routine tipica del late night show.
Bocciati
5 ad American Crime Story The Assasination of Gianni Versace. La serie è una promessa mancata e per questo delude. E’ vero che le vicissitudini di Andrew Cunanan sono interessanti ma non è quello per cui avevamo pagato il biglietto. Peraltro sul piano temporale, con i tanti salti, il racconto è diventato ancora più disorientante.
4 a Dance Dance Dance. Tv8 aveva scommesso sul programma in maniera un po’ azzardata e il flop non sorprende: già non è facile far presa sul pubblico delle nuove reti con uno show di intrattenimento, poi sono state compiute delle scelte davvero sbagliate. Il cast sapeva di già visto e mescolava nomi davvero poco noti o curiosi; giuria e conduzione dallo scarso appeal e incapace di imprimere il passo allo show.
3 al “nuovo volto” di Emilio Fede, mostrato a Non è L’Arena. Attenzione, però, l’ex direttore ci tiene a precisare che non è stata la chirurgia plastica o il botox ma un’infelice inquadratura a renderlo in quelle condizioni. Se non è rifatto, quanto meno è stato davvero sfortunato.
2 a Franco Terlizzi. L’ex pugile si ritira dall’Isola dei Famosi tra liti, urla, accuse e difese strampalate. Per fortuna che dalla sua ha avuto lo studio da Milano perchè un altro al suo posto ne sarebbe uscito con le ossa rotte.
1 alle dichiarazioni in odor di bufala di Giovanni Ciacci. Qualche tempo fa aveva annunciato di esser stato censurato in Russia, questo almeno quello che gli aveva raccontato una amica giornalista. Ripercorrendo l’episodio con Vero Tv, il “falso protagonista” di Narcos dice che ad avvisarlo del taglio ci avrebbe pensato il suo fidanzato russo. L’esperto di stile aveva raccontato di avere due fidanzati ma – notizia dell’ultima ora – tra i due litiganti è spuntato, un terzo, un principe etiope “bello e dotato” (esiste ed è Christian Haile Selassie, fratello di una protagonista di Riccanza 2) con cui in estate convolerà a nozze. Si si, attendiamo le partecipazioni.
1. RoXy ha scritto:
4 aprile 2018 alle 17:23