La bionda, la mora e la rossa. Ti sintonizzi su La7 e stai sicuro di trovarne almeno una. Myrta Merlino, Tiziana Panella e Lilli Gruber sono le indiscusse signore del palinsesto giornaliero della rete terzopolista. Il racconto dell’attualità politica, ormai, è affare loro: materia adatta a donne toste e competenti quali sono, con buona pace dei signori colleghi. Il segreto? La loro abilità di conduzione unita ad una discreta e comune ruffianeria.
Per le signore di La7, apprezzate e riconosciute dal pubblico, L’Aria che tira è certamente frizzantina. In particolare per la bionda Myrta Merlino, la quale apre quotidianamente il proprio salotto televisivo ai principali protagonisti dell’attualità. Non c’è politico, di primo o di second’ordine, che non sia passato dai suoi studi. La giornalista campana ha un piglio deciso, che si riflette nel ritmo sostenuto del dibattito da lei condotto, ed è piuttosto risoluta: guarda caso, dal fitto chiacchiericcio che si consuma nel suo talk show, qualche notiziola la si ricava sempre. I giornali ne parlano, i notisti politici stanno in ascolto, e la ‘maga Merlino’ gongola, perché il giochetto conferisce credibilità al suo matinée.
Poche ore più tardi tocca a Tiziana Panella: la mora. Il suo programma Tagadà, a dispetto del titolo, è tutt’altro che una giostra da capogiro: gli ospiti infatti stanno comodamente adagiati su un divano, accanto alla piacente conduttrice napoletana, che alterna ammalianti sorrisi a domande ben mirate. A proposito: se l’interlocutore la pensa diversamente da lei – fateci caso – il quesito probabilmente sarà più ficcante del solito. Rispetto alla bionda collega del mattino, Tiziana gestisce un approfondimento dai tempi meno serrati e dai toni colloquiali, ma lo fa con altrettanta personalità.
Di sera, in access prime time su La7, imperversa la rossa Lilli Gruber, padrona di casa a Otto e Mezzo. Il programma – anche in virtù della sua collocazione – è ambito dai politici e la conduttrice bolzanina ne è consapevole. A seconda del parterre presente in studio, la giornalista modera i toni e sceglie se incalzare o meno l’interlocutore: se c’è De Benedetti, ad esempio, il clima è serafico, con l’esponente grillino e il leghista, invece, raffica di domande e interruzioni tattiche.
La bionda, la mora, la rossa: tre conduttrici capaci e diverse tra loro, accomunate però da un’astuta ruffianeria tutta al femminile, grazie alla quale l’ospite – al di là delle eventuali asperità del dibattito – si sente a proprio agio e torna volentieri (effetto collaterale: a lungo andare può crearsi una monotona compagnia di giro). C0sì, le signore di La7 hanno sottratto i loro rispettivi programmi al formalismo o, in opposto, alla caciara tipici di certi talk show. E si sono conquistate un posto di primissimo piano all’interno di una rete che sull’informazione (e sulla riconoscibilità dei suoi volti) ha scelto di puntare tutto.
1. Marfe ha scritto:
19 marzo 2018 alle 17:08