25
novembre

CAST OFFS: METTI SEI DISABILI SU UN’ISOLA DESERTA E SCANDALIZZA IL MONDO.

CAST OFFS REALITY DISABILI INGHILTERRA CHANNEL 4

Non è un reality, come parte della stampa internazionale lo ha erroneamente definito, ma al pari di un reality sta facendo discutere il mondo, pronto a stra-parlarne già dopo il primo episodio, andato in onda ieri in seconda serata.

Si chiama Cast Offs, “scartati“, ed è una serie inglese trasmessa da Channel 4, che racconta la storia di sei disabili abbandonati su un’isola deserta per un reality show. Un programma ibrido, che viene approcciato con diffidenza e oggi, dai giornali, con enorme perplessità. Ma, è palese agli occhi di chiunque, a creare sconcerto in pubblico e critica non è certo il genere televisivo, che prova a contaminare una serie drama con gli elementi della tv verità, quanto piuttosto i suoi protagonisti, tutti diversamente abili a causa di incidenti o patologie che hanno trasformato  e influenzato inesorabilmente la loro vita, rendondoli “diversi” dalla maggior parte delle persone, e quindi dai concorrenti-tipo dei reality show.

Perchè tutto questo scandalizza e fa paura ai giornalisti che non vivono in Inghilterra? In primis perchè il programma viene grossolanamente spacciato per qualcosa che non è, e in molti articoli, se prendiamo come riferimento la sola stampa italiana, il fatto che Cast Offs sia la rappresentazione di un reality, e non un reality vero e proprio, non viene assolutamente menzionato. Sei disabili abbandonati su un’isola come naufraghi fanno certamente più notizia di sei disabili che recitano il ruolo di naufraghi in una sorta di Docu – Reality, come sarebbe più corretto definirlo: dunque è giusto far chiarezza.

In primis questi pseudo-concorrenti sono presentati con un nome di fantasia, e alle loro gesta sull’isola vengono alternati i flashback della loro vita di tutti i giorni. Ciò che traspare sono dunque sei storie da cui, pur ammettendo un lato un pò romanzato, spicca ciò che di vero c’è alla base di tutto: il racconto nudo e crudo della disabilità, vissuta tutti i giorni come una sfida, e posta così come racconto a chi nemmeno sa cosa significhi. Una sorta di “Lost sui generis“.

E come nella più celebre serie di ambientazione isolana, anche in  Cast Offs ogni puntata è dedicata ad uno degli speciali protagonisti. Tom (Tim Gebbels) è un uomo cieco che coltiva un’insolita passione per le armi da fuoco; Gabriella (Sophie Woolley) è una donna sorda in dolce attesa; Dan (Peter Mitchell) è un uomo costretto a vivere su una sedia a rotelle a causa di un incidente; Carrie (Kiruna Stamell), invece, è una donna affetta da nanismo; Will (Mat Fraser) ha la sindrome da talidomide, grave patologia causata dalla somministrazione di uno psicofarmaco sedativo a donne nei primi mesi di gravidanza; April (Victoria Wright) è affetta da cherubismo, malattia  che le ha deformato tutto il viso.

Rappresentazione della diversità come nobile scopo? Un altro passo per l’integrazione di ciò che appare come diverso nella società? Semplice televisione trash che utilizza qualsiasi mezzo acchiappa-share? A queste domande non esiste che una sola risposta: polverone. Esatto, il solito ed enorme polverone che la televisione sa creare quando tocca ambiti che sconfinano in realtà poco raccontate e rappresentate. In Italia lo sanno bene gli spettatori del Grande Fratello, che hanno visto pagine e pagine dei quotidiani riempirsi di parole sul concorrente non vedente dello scorso anno, che poi è diventato agli occhi di tutti semplicemente Jerry.

E gli inglesi, che sono stati i primi ad includere la disabilità nel Big Brother, oggi fanno discutere perchè “smettono di integrare” e danno invece a a questi stessi disabili la piena esclusiva di uno show. Pionieri, coraggiosi e desiderosi di far salire gli ascolti. Perchè, superfluo far polemica, se non ci fosse sotto l’intento di vendere il prodotto, nobile o meno che sia, non si chiamerebbe nemmeno televisione.



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3 Commenti dei lettori »

1. lauretta ha scritto:

25 novembre 2009 alle 18:20

grazie dm x aver trattato l’argomento e x aver spiegato bene come stanno realmente le cose. Te ne sono grata!!



2. Biagio Chianese ha scritto:

25 novembre 2009 alle 18:26

Ma figurati Lauretta, siamo qui per questo! ; )



3. Genofleffo ha scritto:

26 novembre 2009 alle 10:45

in effetti anch’io avevo letto la cosa su libero e lo vendeva come un reality bello e buono!



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