15
febbraio

Fabrizio De Andrè – Principe Libero: un racconto d’autore poco televisivo e privo di santificazione. Ottimo Luca Marinelli

Principe Libero

Principe Libero

Il pubblico televisivo non conosceva Luca Marinelli, negli ultimi anni lanciatissimo al cinema con titoli quali La solitudine dei numeri primi, Non essere Cattivo e soprattutto Lo Chiamavano Jeeg Robot che gli è valso un David di Donatello. Ed ora, impersonando Fabrizio De Andrè in Principe Libero, ha ricevuto quella consacrazione per taluni meno importante, ma nei fatti di grande portata, quale può essere quella raggiunta presso la platea del piccolo schermo. Un successo notevole, con oltre sei milioni di spettatori all’attivo, che dimostra quanto il pubblico televisivo stia sofisticando i propri gusti, appassionandosi anche a racconti che in realtà non sono affatto tagliati per la tv.

Fabrizio De Andrè – Principe Libero: ottima performance di Luca Marinelli

Fabrizio De Andrè – Principe Libero ha debuttato prima al cinema e poi sul piccolo schermo, e non è un caso: il tipo di narrazione scelta, intima e lenta, con un ritmo rilassato e la ricerca continua di un’intensità fatta di sguardi ed espressioni, sembrava poter trovare solo in un’accogliente e silenziosa sala cinematografica il giusto feedback. Invece così non è stato e anche i telespettatori, di norma più “frenetici” ed abituati a velocità e colpi di scena, hanno accolto ed apprezzato questo racconto d’autore, premiandolo.

Fabrizio De Andrè – Principe Libero: un racconto lento ma ricco di sfumature

Senza dubbio ha pagato anche il rispetto per l’artista, l’apprezzare l’idea di un tributo nei confronti di un personaggio particolare e lontano dai soliti schemi. Di fatto, comunque, il pubblico di Rai 1, che magari anche solo per curiosità aveva visto la prima delle due puntate, non ha abbandonato la seconda, lasciandosi trasportare dalla musica e dal ricordo, intervallato anche da vecchi filmati tv che hanno dato al tutto l’ovvio sapore dell’amarcord.

Aldilà dell’ottima performance di Marinelli, da sottolineare c’è il fatto che l’immagine emersa di De Andrè sia risultata realistica e sincera, caratterizzata da luci ed ombre, da pregi e difetti, lontana dalla santificazione che spesso viene messa in scena quando si racconta la vita di artisti tanto amati. La fiction ha dipinto le sfumature di un uomo con tutti i suoi limiti, svelando ciò che c’era dietro e dentro l’artista, cosa che farà discutere ma non può che reputarsi coraggiosa.



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7 Commenti dei lettori »

1. Vince! ha scritto:

15 febbraio 2018 alle 14:22

Rimarrà nella storia delle vergogne della nostra tv il taglio del finale, con le immagini del concerto troncate senza alcun rispetto.

Nessuno mi toglierà dalla mente che è stata opera di qualche funzionario sin troppo zelante, per evitare che si creasse qualsiasi associazione tra “Bocca di rosa” ed il personaggio politico che è apparso immediatamente dopo nel salotto di Vespa.



2. Nina ha scritto:

15 febbraio 2018 alle 16:22

Bellissimo articolo, miserrimo il primo commento.



3. Vince! ha scritto:

15 febbraio 2018 alle 16:32

Sono ancora troppo disgustato da quello che è successo ieri per rispondere alle solite provocazioni…



4. Nina ha scritto:

15 febbraio 2018 alle 16:47

Pensa al disgusto che provochi tu con certe uscite.



5. Vince! ha scritto:

15 febbraio 2018 alle 18:18

Peccato che tutti abbiano notato il disgustoso taglio, che la notizia sia stata ripresa oggi da molti media e che Rai 1 si sia successivamente scusata sui social, pubblicando il finale senza censure… Addirittura la stanno riproponendo in questo momento alla Vita in diretta.

Io mi sono fatto una precisa idea sui motivi di questo vergognoso comportamento e l’ho esposta.
Pazienza se qualcuno non ha gradito…



6. Nina ha scritto:

16 febbraio 2018 alle 12:20

Sul taglio non ci sono dubbi che è stata una cosa che ha fatto arrabbiare molto. Contesto l’accostamento delle due cose. Primo perchè è solo una supposizione, secondo, e più importante, la canzone Bocca di Rosa (che è chiaramente un’invettiva contro i perbenisti ipocriti) non può avere alcuna associazione con le vicende di Berlusconi. A meno che nessuno capisca le canzoni di De Andrè.



7. Nina ha scritto:

16 febbraio 2018 alle 13:07

Mi era sfuggito il termine “censura”, ma davvero credete che nel 2018 si censuri “Bocca di Rosa”?



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