Doveva essere un Festival di rottura. Ed in effetti la prima di Sanremo 2018 è stata una discreta rottura di Baglioni. Con qualche bagliore. Nonno Claudio non è stato così sprovveduto: probabilmente consapevole dei propri limiti televisivi, ha pensato bene di organizzare la sua ‘festa della musica’ chiamando a raccolta friends (& partners), lasciando giocare sul palco due nipotini che si sono rivelati, in barba alle catastrofiche previsioni della vigilia, meno a disagio di quanto ci si potesse aspettare.
Ancor meno sprovveduta è stata Mamma Rai. Calcare la mano sull’intrattenimento dopo il triennio di Carlo Conti, sperando di bissarne i successi, si sarebbe quasi certamente rivelata una nota stonata; condivisibile, dunque, riportare al centro della scena la musica, potendo contare sul padrone di casa come richiamo importante per i big della canzone nostrana. E bene ha fatto Baglioni a puntare su una conduzione per sottrazione, preoccupandosi -come un vecchietto al parco- del divertimento dei nipotini ed intervenendo soltanto in caso di necessità.
I nipoti Hunziker e Favino si sono dimostrati più coscienziosi e disciplinati del previsto. Pierfrancesco ha messo da parte la sua proverbiale antipatia e, dopo una palpabile tensione iniziale, ha trovato la sua cifra distogliendo lo sguardo dal copione e condendo i suoi interventi con qualche simpatica battuta e alcuni divertenti (e ben interpretati) uno-due con Michelle. La Hunziker, dal canto suo, ha potuto beneficiare dell’ignoranza televisiva dei due compagni di viaggio, cosa che l’ha trasformata in un battibaleno da spalla simpatica e leggera, quale è, a conduttrice navigata. Alla fine è stata lei a portare avanti la baracca con due valletti di lusso.
Di lusso, invece, non possono essere certamente definiti gli autori: Sanremo 2018 è stato scritto troppo e (spesso) male. La gag di Gianni Morandi, tanto per dirne una, non la realizzerebbero più nemmeno nella peggiore sitcom della peggiore emittente locale. Per contro, si è trovata una chiave apprezzabile per ospitare sul palco il cast di ‘A Casa tutti Bene”. La sensazione è che per il 68esimo Festival non ci sia stata una scrittura corale, percependosi mani e menti diverse nel corso delle oltre quattro ore di diretta.
Il tutto nel solco di un’ordinarietà spezzata in alcuni momenti da Hunziker e Favino (potrebbero fare ancora meglio nelle prossime puntate), oltre al solito Fiorello, bravissimo ad accendere le platee e ancor più bravo a rubare la scena ai padroni di casa. Però se vai a Sanremo, qualcosa devi prepararla, altrimenti il rischio è sempre quello di sembrare un animatore di lusso. Anzi, per usare le sue stesse parole, uno scaldapubblico.
1. giacomo bartoluccio ha scritto:
7 febbraio 2018 alle 08:39