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dicembre

Antonino Cannavacciuolo a DM: «A Masterchef, con Antonia Klugmann il gruppo è più forte»

Antonino Cannavacciuolo, Masterchef

Fatemi parlare di mangiare e mi difendo bene“. Quando si parla di manicaretti, Antonino Cannavacciuolo ha sempre voce in capitolo. Anche in tv e, quindi, tra le cucine di MasterChef, il cooking show di Sky Uno di cui lo chef campano sarà giudice anche in questa settima edizione. Da stasera il ‘gigante buono’ dell’alta ristorazione italiana selezionerà gli aspiranti cuochi assieme a Bruno Barbieri (qui la nostra video-intervista), Joe Bastianich ed Antonia Klugmann. Lo abbiamo incontrato.

Antonino, questa è la tua terza stagione a Masterchef e stavolta sarai il giudice più…

Giudice?! Mah, alla fine sarò normale: quando c’è il bene dico bene, quando c’è il male dico male. C’è il momento in cui dobbiamo ridere, quello in cui dobbiamo incazzarci, sempre qualche battuta in napoletano ci sta. Alla fine, secondo me, con l’arrivo di Antonia abbiamo fatto ancora più gruppo. Già lo eravamo, con una donna il gruppo è ancora più forte.

Quest’anno sono più le incazzature o i momenti in cui addirittura vi intenerite?

Come tutti gli anni c’è qualche momento di incazzatura, ma ci sono anche le battute di Joe (Bastianich, ndDM) che ti fanno ridere. Lui è un personaggio veramente eccezionale e ringrazio il giorno in cui l’ho conosciuto, così come per Bruno Barbieri. Perché sono persone che hanno dato tanto alla ristorazione e tanto come imprenditori. Joe ha più di trenta ristoranti, per me è una grande cosa stare vicino a un personaggio del genere. A Masterchef voi ci vedete il giovedì sera ma alla fine noi stiamo 24 ore insieme per cui parliamo molto anche delle cose personali e stare vicino a queste persone è stata una grande cosa per me. Questo Masterchef vi farà vedere dei luoghi magici, lontani dall’Italia, e incontreremo anche persone che nella vita hanno avuto una partenza non bella, diciamo così.

Tu conduci anche altri programmi di cucina, ma da unico protagonista. Come cambia l’approccio rispetto a Masterchef?

Sono programmi diversi, dove si racconta la ristorazione e dove si giudica anche. Fatemi parlare di mangiare e mi difendo bene, perché parlo del mio lavoro.

Parliamo di stelle Michelin. Il giudizio per ottenerle, secondo te, si basa solo sulla cucina?

Questo non lo dico io, ma la Michelin e sta scritto dietro la guida. Contano il lavoro, l’ambiente, il servizio. Per arrivare al massimo devi avere tutto.

Ti è capitato mai di pensare che qualche tuo collega stellato non meritasse quel riconoscimento?

Secondo me la Michelin sbaglia poco. Noi e voi abbiamo fatto diventare le stelle qualcosa dei cuochi, ma le stelle sono per i viaggiatori: la guida è nata per avere un libricino in macchina da aprire per vedere quale fosse il ristorante migliore di quella zona. Oggi l’abbiamo fatta diventare una cosa personale.

Non è un po’ troppo sopravvalutata, quindi?

Troppo mai. Ricordati che se si parla di questo settore va bene per tutta l’Italia perché noi siamo produttori e ancora oggi l’Italia si sta difendendo sulla produzione di articoli di cucina. Se si parla di cucina, quindi, va bene tutto.



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