Ai compratori stranieri del MIA è stata presentata la seconda stagione di E’ Arrivata la Felicità. Ma sono diversi i progetti targati Publispei che bollono in pentola. In particolare, uno è quello che sta più a cuore ai telespettatori ed è sempre lo stesso: Un Medico in Famiglia. Ci sarà l’undicesima stagione? L’abbiamo chiesto a Verdiana Bixio, numero uno della società di produzione che abbiamo incontrato durante il Mercato Internazionale dell’Audiovisivo.
Siamo al MIA e abbiamo visto le prime immagini di E’ Arrivata la Felicità 2. Quando sarà in onda su Rai1?
La vedrete nella prima parte del 2018.
Cambierà qualcosa?
Sì che cambierà, avremo degli elementi musicali in più. Avremo più canto, più ballo, più allegria, più sentimenti, più lacrime e anche una piccola sorpresa nella mente dei protagonisti.
E’ inevitabile la domanda su Un Medico in Famiglia. Si farà la nuova stagione?
E’ inevitabile? Non credo. Tutto si può evitare!
No comment?
Stiamo lavorando, non sappiamo ancora.
Sul fronte Mediaset, cosa bolle in pentola?
Per Mediaset, stiamo lavorando su alcuni progetti. Uno sembra più probabile, bisogna aspettare di capire qual è quello giusto sul quale approfondire.
E’ un periodo in cui vanno di moda le coproduzioni internazionali.
Come vanno di moda? Sono necessarie, bellissime.
Perchè non sempre in passato sono state sinonimo di successo, anche se oggi qualcosa sta cambiando. Publispei come si pone?
Il mercato internazionale è cambiato repentinamente, negli ultimi due anni parliamo di canali completamente diversi, nuovi. Il pubblico è coinvolto in maniera diversa, quindi automaticamente gli autori, i registi e i produttori hanno cavalcato quest’onda. Si parla di rinascimento italiano quindi è un’ottima cosa che le produzioni italiane viaggino, anche accompagnate da produttori di altri paesi, in giro per il mondo. Noi l’abbiamo già fatto in passato, abbiamo fatto coproduzioni con la Spagna, il Portogallo, la Germania, l’Austria, in un momento in cui si parlava ben poco di coproduzioni. Era difficile farlo per i gusti diversi del canale che era generalista in assoluto, poco si poteva fare da altre parti. In quel periodo non era pensabile nemmeno realizzare lunghe serialità come quelle che si fanno ora. E’ necessario, è bellissimo, nei mercati internazionali si vedono delle serie strepitose, inimmaginabili fino ad un anno fa.
Fare fiction per Rai1 è più difficile rispetto a fare fiction per una rete non generalista?
Ci vogliono professionalità diverse. Tutti i lavori sono difficili, bisogna saperli fare.
Un altro trend è quello dei sequel e dei reboot, c’è qualche serie Publispei che vorrebbe riprendere?
Io amo Tutti per Amore, cosa lo diciamo a fare. Ma sono per il futuro, bisogna lavorare su cose nuove. E’ come con i fidanzati, che fai… ti vai a riprendere quello vecchio?
1. enzo ha scritto:
23 ottobre 2017 alle 18:47