Dopo vent’anni di silenzio, Asia Argento ha deciso di denunciare. Oh, meglio tardi che mai. E, d’un tratto, s’è scoperta paladina delle donne contro l’uomo nero (che nel suo caso era bianco e faceva il produttore cinematografico). A seguito delle sue rivelazioni sulle violenze subite da Harvey Weinstein all’età di 21 anni e, prima ancora, da un regista italiano, l’attrice romana ieri sera è apparsa a Cartabianca su Rai3 per raccontare in esclusiva la sua versione dei fatti. Tra ricordi, contraddizioni ed eccessi retorici, Asia ha anche replicato alle critiche ricevute per le sue esternazioni, da alcuni ritenute tardive.
Collegata da Berlino, dove si è rifugiata per sottrarsi al clima avvelenato creatosi in Italia attorno alle sue parole, l’attrice ha registrato un lungo colloquio con Bianca Berlinguer, che le ha aperto i microfoni senza riservarle domande troppo incalzanti. Anzi, tutt’altro.
“Non ho avuto il coraggio di parlare finora perché vedi cosa mi è successo anche parlandone vent’anni dopo?“
ha spiegato Asia alla Berlinguer, riferendosi alle critiche ricevute. In questi giorni, infatti, in molti hanno obiettato che l’attrice avrebbe potuto dire di no e sottrarsi così alle morbose attenzioni del potente produttore, che peraltro pare fossero note a tutti in quel di Hollywood (come testimoniato ora da uno sceneggiatore vicino allo stesso Weinstein). Questa la replica della figlia del maestro dell’horror:
“Dicono: potevi dire di no. Ma voglio vederti a dire di no ad un uomo alto di due metri con una faccia e una pancia così, che parla con un vocione. Era impossibile. Io non potevo dire no, per me è stata una violenza vera, non potevo scappare. Io sono stata messa in una strettoia. Sono stata chiusa in una stanza con un maniaco sessuale, un predatore seriale che si è approfittato di me, io ero una ragazzina”.
A vent’anni di distanza da quei fatti, l’attrice considera la sua attuale denuncia come una battaglia in favore delle donne. Lo ha affermato lei stessa su Rai3:
“Secondo me è un momento rivoluzionario e sono contenta di far parte di questa rivoluzione femminile senza cadere nella retorica. Però le donne stanno denunciando a centinaia. Non ci stiamo più. Non va più bene neanche un uomo che ci mette la mano su ginocchio (…) Io voglio che gli uomini si spaventino di noi come noi abbiamo avuto paura di loro quando entravamo nelle stanze e ci facevano moine e carezzine sulle spalle“.
A Cartabianca, l’attrice si è anche lasciata prendere la mano ed è arrivata a chiamare in causa persino Berlusconi in riferimento alla visione della donna in Italia.
“Penso che tanti anni di Berlusconi e della visione berlusconiana della femmina abbiano portato all’umiliazione della visione della donna di se stessa. Mi viene richiesto di essere sensuale: se io non lo sono cosa faccio? Sono pudica? Oppure se lo sono, sono una prostituta? (…) In Italia siamo molto molto all’indietro“.
ha affermato l’attrice. Peccato che le deprecabili violenze da lei denunciate siano avvenute in America e ad opera di un potente signore non estraneo alla politica (Weinstein è stato sostenitore e finanziatore dei Democratici). Non nell’Italia ‘arretrata’ da lei descritta, dove – solo qualche mese fa – la stessa Asia Argento finiva comprensibilmente tra le polemiche per aver fotografato Giorgia Meloni di spalle ed averla dileggiata su Twitter per la sua “schiena lardosa” di “fascista al pascolo”. All’attrice non restò che scusarsi dopo le prese di distanza della Rai.
Su Rai3, Asia Argento ha replicato anche a Vittorio Feltri: “è un uomo aberrante, ha detto che alle donne piace una leccatina“. Poi una confidenza intima alla Berlinguer:
“Io non ho mai più permesso a un uomo di farmi del sess0 orale, lo dico chiaramente perché capisca la gente. Per me è un trauma che non è più passato. Non mi sono più fidata degli uomini per tantissimi anni e ancora non mi fido, li metto sempre alla prova. C’è da stare attenti, soprattutto con quelli italiani“.
Ragionevole la chiosa della conduttrice, proprio in riferimento a Weinstein: “quello, però, non era italiano“. L’ultima battuta spetta all’attrice, definitasi “portavoce di una sofferenza soppressa per tanto tempo“:
“Ora, dopo quello che è successo, non mi sento più sola nelle mie battaglie. Una donna con un suo punto di vista, un po’ diversa, un po’ libera, si definisce o tr0ia o pazza. Ecco, io non mi sento nessuna di queste cose. Io sono una mamma, una donna, una persona che lavora da tutta la vita e paga le tasse. Ho persone che mi vogliono bene, amici, mi sento una donna libera finalmente“.
1. Nina ha scritto:
18 ottobre 2017 alle 11:13