Giornata importante, quella di ieri, per le ammiraglie dei due principali gruppi televisivi del belpaese.
RaiUno ha proposto la puntata pilota di quello che sapevamo già essere un divertentissimo show musicale made in USA e Canale 5 ha riproposto una tanto attesa nuova edizione del quiz preferito di Gerry Scotti.
Partiamo col primo…
Chi Fermerà la Musica ha rappresentato una fedele riproposizione del format da cui è tratto, “The Singing Bee”. Ed è sicuramente nella “fedeltà all’originale” l’elemento in cui trovare la chiave del successo del programma condotto da Pupo.
Questa volta, infatti, non è stato dato spazio a quell’intrinseco processo di invecchiamento che la prima rete di Viale Mazzini riserva ai format stranieri che sceglie di importare in Italia.
Chi Fermerà la Musica si è rivelata un mix decisamente “azzeccato” ha trasformato il programma in un esperimento… da ripetere presto!Â
Ottima la scenografia (propria di un grande show in prime time), ottima la fotografia e assolutamente gradevole la conduzione.
Relativamente a quest’ultimo punto, pur non essendo tra i sostenitori della carriera televisiva di colui che si è reso famoso per un gelato al cioccolato e per le perdite al casinò, non è possibile muovere alcuna critica negativa : in un periodo nel quale il video viene regalato a cani e porci e la popolarità  viene guadagnata grazie a troni e veline, non si può non lodare Pupo che ha saputo portare avanti uno show simpatico, spensierato e divertente probabilmente forte dell’affinità dello show con la sua precedente carriera.
Interessante è stata la riproposizione del “live casting” dei concorrenti che rappresenta uno dei momenti più singolari dello spettacolo. Non a caso avevo mostrato il video della “world premiere” di The Singing Bee in cui il conduttore si prodigava nella scelta dei partecipanti, caratteristica abbandonata dopo le prime puntate della versione statunitense del programma.
Il “live casting” ha rappresentato l’unico momento di incertezza per Chi Fermerà la Musica. Non si è riusciti a rendere al meglio questo momento decisamente particolare. La titubanza del conduttore, poi, di fronte ad una concorrente rimasta inizialmente muta davanti al microfono ma ”spinta” ugualmente verso il palco ha probabilmente fugato ogni dubbio circa la veridicità di questa parte del programma. Â
Emblematico anche il ritorno della band di Demo Morselli (orfana di Lalla Francia) che dopo la “depariolizzazione” ha vagato in un limbo mediatico in attesa di ritrovare una nuova, difficile ”collocazione catodica”… destino di chi abbandona la “fascinosa combriccola”!
Gradevole e variegata anche la rosa dei partecipanti che ha animato una cornice che già di per sè aveva le carte in regola per non rimanere semplicemente una puntata pilota!
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Diverso è stato l’impatto del secondo evento televisivo della giornata conclusasi alcune ore fa.
Alla fervida attesa per il ritorno Passaparola non ha fatto seguito un completo appagamento del telespettatore, persino di quello più aficionado.
In realtà , l’impressione è stata quella di trovarsi di fronte ad un programma a metà : un quiz che ricalcava, si, alcuni tratti caratterizzanti del caro vecchio Passaparola ma che per alcuni aspetti se ne distanziava in maniera forte e netta.
Pessime la scenografia e la fotografia che hanno trasformato l’atmosfera “casalinga” (che rappresentava il punto di forza del programma) in quella propria del più americano dei quiz e che, come abbiamo avuto modo di appurare, non “garba” al telespettatore italiano.
Pur non trovandoci, questa volta, in fascia preserale, l’impressione è che i telespettatori avessero voglia di ritrovare il Passaparola “prima maniera”, quello in cui, per intenderci, tra vip, concorrenti, giochi e curve delle letterine si aspettava la cena.
E invece ci si è imbattuti in un clima cupo e purtroppo anche abbastanza piatto in cui a farla da protagonista c’è stata un’incomprensibile fugacità dei giochi accompagnata da un altro elemento negativo del programma : le sgradevoli musiche chillout poco adatte ad un quiz show che hanno sottolineato una brevità poco vivace e poco esaltante.
E poi, diciamoci la verità … non me ne voglia l’iper preparato Ferdinando Sallustio, ma forse è arrivato il momento di far ritorno definitivamente, insieme alle proprie filastrocche, nella bellissima città bianca dove godersi i 275.000 euro vinti in tanti mesi di “championship”!
Il caro vecchio Passaparola sembra non esserci più!
1. silvia78 ha scritto:
17 dicembre 2007 alle 07:45