21
settembre

L’Eredità: guardare ma non toccare

Fabrizio Frizzi

Fabrizio Frizzi

Puntuale come il cambio degli armadi torna L’Eredità. Il quiz condotto da Fabrizio Frizzi si è ripreso il preserale di Rai 1, nella consueta staffetta con Reazione a Catena che ha tenuto banco durante l’estate.

Uniche due novità: le quattro professoresse, fin da subito perfettamente a loro agio davanti alle telecamere, e il ritorno negli studi della Dear di Roma con una nuova scenografia, senza grossi stravolgimenti ma comunque più moderna. Per il resto, i giochi sono gli stessi dell’edizione precedente, dal primo all’ultimo: si comincia con Il domino musicale, poi si continua con L’una o l’altra, passando per gli abbinamenti (anno-avvenimento) de I Fantastici quattro, fino all’ultima sfida, in cui si va a caccia di un argomento misterioso, intitolata Di cosa stiamo parlando?. Il vincitore viene eletto tra chi supera Il Triello e sconfigge lo sfidante ai Calci di rigore. Si parte con sette concorrenti, ed eliminandone uno ad ogni sfida, resta il campione di puntata, il quale, per guadagnare il montepremi, deve vedersela con la fatidica Ghigliottina.

Insomma, tutto è rimasto tale e quale a come lo si era lasciato e nessuno ha osato mettere mano ad un meccanismo così rodato che, ogni sera, assicura al primo canale una media di quasi 4 milioni di italiani. Chi l’ha detto che si debba, per forza, cambiare qualcosa? I format sono, per assunto, sempre uguali a se stessi e le modifiche sono ammesse quando servono, e non ‘tanto per’ provare a scombussolare un assetto che non fa una piega. I telespettatori reclamano la propria parte e nel momento in cui si stancheranno di spremersi le meningi, in cerca di quell’ultimo vocabolo misterioso, lo faranno capire senza troppi giri di parole.

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