Era destinato all’access prime time della domenica di Rai3, al posto di Che Tempo Che Fa. E invece, nel corso della presentazione dei palinsesti Rai per l’autunno 2017, Petrolio è stato annunciato nel sabato di Rai1 in seconda serata. Ma non è detta l’ultima parola, a DavideMaggio.it Duilio Giammaria – intercettato a margine della conferenza stampa per la nuova programmazione – sottolinea come l’assetto 2017/2018 della Rai sia ancora in divenire.
Petrolio è stato confermato per una nuova stagione…
Che giorno?
Ho letto sabato in seconda serata su Rai1.
Io ti dico quello che so e cioè che il programma piace alla dirigenza, piace al pubblico, è andato bene in crescendo. Il pubblico vuole guardarlo e moltissimi ci chiamano per dirci: “Fatelo un po’ più presto”.
Ecco, a proposito si era parlato di un passaggio su Rai3 nell’access della domenica.
Quello è ovviamente nelle mani del nostro Direttore Generale, posso dirti che sarebbe una ricollocazione naturale dentro la grande casa Rai. E’ una cosa che non posso decidere io, potrebbe essere un auspicio del pubblico vista la quantità di messaggi che ci arrivano.
In effetti era più di una semplice suggestione, c’è stata una discussione in CdA e invece a sorpresa ritroviamo Petrolio su Rai1.
Sapete che la definizione dei palinsesti richiede ancora un po’ di tempo, quello che abbiamo visto qui credo che sia soltanto il palinsesto autunnale, è facile anche che ci siano delle evoluzioni.
Quindi non è detto.
Non è detto, non solo per il mio programma, ma per molto cose. Credo che ci saranno ancora molte sorprese, lo stesso direttore generale le ha annunciate.
Hai già in mente novità per la prossima stagione soprattutto nel caso in cui Petrolio dovesse spostarsi?
Ho solo voglia di fare un programma, sempre meglio, pensato per un pubblico vasto della tv generalista a cui raccontare le grandi sfide del mondo, farlo partecipe delle grandi questioni. Tutto ciò utilizzando un linguaggio molto divulgativo adatto per un pubblico che sta in poltrona a guardare. Sono sempre stato un giornalista di frontiera e di fronte, senza mai essermi messo in cattedra. Credo sia questa la forza di Petrolio.
La Rai può essere il petrolio dell’Italia?
La Rai è, lo sarà e lo deve essere perchè siamo davvero l’unica grande industria culturale che associa tutti i suoi ascoltatori e i nostri soldi pubblici devono valere. Come dice la BBC, “value for money” cioè valore per il denaro che ci mettiamo. Oltre ai grandissimi artisti di cui c’è bisogno, pensiamo anche ai giornalisti, alla gente che ci lavora.
Pensiamo, dunque, alle risorse interne.
Io sono una risorsa interna, sono cresciuto dentro la Rai. Non so se mi considero un artista, forse no anzi direi proprio di no, credo di essere un giornalista che conosce bene il suo mestiere, che ama questo mestiere, che riesce ad adattare discorsi difficili per il grande pubblico.