Tanto rispetto per i quattro protagonisti. Quattro personaggi (definiti “quattro leggende”) che a loro modo negli anni hanno rappresentato delle eccellenze: chi nella musica, chi nel cinema, chi nello sport e chi nel piccolo schermo. Ma Meglio tardi che mai, il programma di Rai2 al quale hanno scelto di partecipare probabilmente resterà nelle loro carriere una grande, seppur a tratti divertente, incognita.
Accompagnati dal “Solito Idiota” Fabrizio Biggio nelle improbabili vesti di portaborse e guida turistica, Edoardo Vianello, Lando Buzzanca, Adriano Panatta e Claudio Lippi sono partiti alla volta del Giappone per un viaggio di due settimane trasmesso in due puntate, la prima delle quali in onda lunedì 22 maggio in prima serata.
E se, ammettiamolo, le aspettative erano basse, il risultato ahinoi è sembrato ancor peggiore. Qualche settimana fa lo avevamo definito il “Pechino Express in versione over”: ebbene, dopo averlo visto in onda, non possiamo non constatare che Pechino Express (che già ha le sue pecche) rappresenti un lontano miraggio.
Non c’è una gara, non c’è un obiettivo finale da raggiungere, non ci sono stimoli che tengano lo spettatore incollato allo schermo. C’è un racconto e poco altro, ma a supportarlo non c’è un cast che riesca ad accattivarsi il pubblico (quantomeno non quello di Rai2, non più). Qualche nota di dolore anche sulla realizzazione: se il montaggio meritava, ci si è trovati di fronte ad una qualità delle immagini imbarazzante, che nemmeno gli spezzoni delle papere di Antonio Ricci nella sua Paperissima Sprint; carina – ma non una novità – l’idea di interrompere la narrazione con cartelli che spiegano aneddoti e curiosità sulla vita in Giappone. Ma la forma, purtroppo, non basta.
Chapeau ad Edoardo Vianello, che alla sua veneranda età ha dimostrato di non tirarsi indietro davanti anche alle prove più improbabili (lo abbiamo visto lanciarsi con il giusto spirito nei letti dei tipici capsule hotel giapponesi, e poi spogliarsi per vestirsi da lottatore di sumo, mentre Lippi e Buzzanca, ad esempio, hanno gentilmente declinato l’invito). Bene anche Panatta, voce narrante e collante dell’intero show, che è riuscito nel ruolo meglio di quanto non abbia fatto Biggio.
Meglio tardi che mai o forse era meglio mai e basta. Spiace, perché l’impegno c’è e si è visto. Ma di questo programma non si sentiva davvero il bisogno.
1. MarcoC ha scritto:
23 maggio 2017 alle 12:55