Partiamo da un assunto: Virginia Raffaele è straordinariamente brava. Continuiamo con un altro: è una comica, un’imitatrice. Ma per portare avanti uno show che vede al centro della scena un protagonista assoluto, questo non basta. Le aspettative, difatti, sono talmente alte che si corre il rischio di inciampare in un effetto delusione, anche qualora non possa dirsi che il prodotto finito sia da buttar via.
Persone di consolidata esperienza come quelle che hanno scelto e prodotto Facciamo che io ero non potevano non aver preso in considerazione questi aspetti. E infatti lo show rientra tra quelli di ’serie A’ dove non si fanno troppe storie per budget, ospiti e compagnia cantante, che è poi il modus operandi con il quale bisognerebbe sempre approcciarsi – con i dovuti limiti – alla realizzazione di ogni programma. Ma questa è un’altra storia.
E così la Raffaele ha beneficiato di uno show con un’ottima confezione: bella la scena che fa molto Colorado e un po’ Ballando con le Stelle con una spruzzata di Reality Circus; bella la fotografia; ricchissimo il parterre di ospiti. Al centro di tutto Virginia con i suoi personaggi e una spolverata di intermezzi sulla sua storia familiare non indispensabili ma che nel complesso non avrebbero stonato.
Non avrebbero stonato se avessero rappresentato una pausa tra una risata e un’altra, grazie ad un registro completamente diverso. Invece, la prevedibilità del programma ha smorzato le risate: chi si è sintonizzato ieri sera su Rai 2 aveva voglia di gustarsi i personaggi cult di Virginia Raffaele, ma è innegabile che concentrarsi su un’unica performance di pochi minuti è un conto, altra cosa è invece dover preparare performance atte a riempire uno show di oltre due ore per quattro puntate. Ne risentono ovviamente tutte perchè la concentrazione è inferiore e ne risentono soprattutto i testi. Ne risente, più in generale, la creatività.
Creatività che ha partorito nuovi personaggi, i quali -forse per lo stesso motivo di cui sopra- non hanno avuto la forza dei precedenti. Con l’eccezione della Mannoia, tuttavia, si può sicuramente lavorare agli altri (Murgia e Berlinguer su tutti).
Così come c’è tempo anche per lavorare su Virginia nei panni di Virginia. Sempre che ci sia la voglia o la necessità di affidarle un one woman show!
1. Gigetta ha scritto:
19 maggio 2017 alle 03:38