Il sito ufficiale del Festival di Sanremo è fermo ad un anno fa. Non una foto, nè una dichiarazione della riccioluta Clerici che è l’acclamata padrona di casa di quest’anno e che, insieme al suo staff, sta facendo di tutto per liberarsi dal fantasma del suo “collega di scuderia” (entrambi ”protetti” di Lucio Presta). “Tv Sorrisi e Canzoni”, dal canto suo, pullula invece di anticipazioni in merito alla prossima edizione della kermese canora italiana per eccellenza.
Sebbene sia ancora da definire gran parte della scaletta e dei super valletti da affiancare alla conduttrice, trapelano nuove regole sulla gara vera e propria. Tanto per iniziare sono per la prima volta ammessi alla competizione anche cantanti e autori stranieri (di solito relegati al ruolo di guest star); unica “conditio” rimane ovviamente l’utilizzo della lingua italiana.
Altre novità riguardano invece la “sezione giovani” che si chiamerà quest’anno “Sanremo nuova generazione”. La selezione dei finalisti, quelli che per intenderci saliranno sul palco del Teatro Ariston dal 16 febbraio, prenderà il via su Internet già a partire dal 3 dicembre, proprio sul sito del festival. Le canzoni inedite inviate dai nuovi artisti saranno, infatti, già ascoltabili dal pubblico in streaming e verranno poi valutate da un’apposita commissione di esperti di musica. All’Ariston arriveranno 6 artisti selezionati tramite questo canale, più altri 2 provenienti da SanremoLab.
E la questione dialetti?
“Tanto clamore per nulla“: è proprio il caso di dirlo; la tanto chiacchierata virata federalista è in realtà una vera e propria boutade mediatica, soprattutto se si pensa che a Sanremo hanno già partecipato brani a forte connotazione dialettale. Capostipite del genere Nino D’Angelo che nel 2003 ci “deliziò” con ‘A storia ‘e nisciuno, o ancora prima – nel 2002 - con Marì e nel 1999 con la canzone “Senza giacca e cravatta”. Insieme al caschetto biondo, chi non ricorda i Tazenda (Spunta la luna dal monte e Pitzinnos in sa gherra) o i Pitura Freska con il simpaticissimo brano Papa Nero?
“A favor di vernacolo” troviamo il Ministro delle Politiche Agricole, il leghista Luca Zaia, dichiaratosi “felice per la rottura di un tabù vecchio di 60 anni”. Anche il Presidente del Consiglio Comunale di Sanremo, il leghista Marco Lupi, ha rivendicato il “giusto merito” per questa novità e perfino il premio Nobel per la letteratura, Dario Fo, si è scomodato, entusiasmandosi con un “Era ora!”.
Il team dei contrari è invece capeggiato dalla Fimi, la Federazione dell’Industria Musicale Italiana, che teme che questa scelta “non favorisca l’esportazione della musica italiana all’estero trasformando il Festival in una sagra di paese” a cui fa eco la voce autorevole di Little Tony che chiosa: “Dialetti a Sanremo? Siamo alla frutta!”
L’elenco delle canzoni finaliste è in realtà ancora tutto da definire e chissà quante altre novità, vere o presunte, verranno divulgate pur di creare la giusta suspance intorno alla kermesse, ma va bene così: Sanremo è anche questo.
[Ha collaborato Fabio Morasca]
1. sonia_vampira ha scritto:
16 novembre 2009 alle 14:08