Il gioco del Nove è quello più duro. Se per le tematiche sono stati dei maestri, per la generalista a Discovery hanno commesso più di un passo falso. Ad oltre 2 anni dall’acquisizione dell’ex Deejay Tv, il canale non ha ancora una sua identità precisa: un po’ Italia1 anni 90, un po’ Rai2, un po’ la versione Discovery di Mediaset Extra, un po’ qualcos’altro di indefinito. Del resto, a Discovery da qualche parte dovevano cominciare e hanno iniziato dalle logiche imparate negli anni di tv digitale, sottovalutando le peculiarità e le insidie che si celano dietro una generalista.
La stessa Laura Carafoli, SVP Content and Programming di Discovery, a Italia Oggi ha ammesso: “C’è bisogno di una narrazione del canale, di cercare una sua identità forte”. La top manager ha, poi, elencato alcune soluzioni: lavorare al daytime (“non deve mai scendere al di sotto dell’1% di share“), coinvolgere volti noti e raccontare l’attualità.
Proprio la programmazione diurna finora è risultata uno dei talloni d’Achille del canale Nove: si è sopperito all’assenza di investimenti con repliche su repliche di prodotti già visti su Real Time e DMAX, che di generalista hanno ben poco (all’inizio ti imbattevi a tutte le ore persino con i nudi de L’Isola di Adamo ed Eva). Un mosaico di pezzi che priva la rete di quell’unicità necessaria per l’affermazione. Come si fa a creare il legame con qualcosa che ritrovi anche altrove?
Allo stesso tempo, i ripetuti passaggi dei prodotti di punta della prima serata rappresentano un ostacolo quando l’obiettivo dichiarato è diventare canale di destinazione almeno due volte a settimana. Nel futuro del canale Nove c’è una seconda edizione di Top Chef, chiamato quasi a raddoppiare gli ascolti in una missione che ha dell’impossibile:
“Avrà una seconda stagione ma l’obiettivo è del 3% di share. Lo scorso anno abbiamo sbagliato il cast, curando magari fin troppo la forma, la qualità delle immagini, ma confezionando un prodotto senza anima. Allora ora abbiamo selezionato un cast più verace, con esterne meno ingessate” ha dichiarato Laura Carafoli.
Discorso diverso per Ninja Warrior, la cui fine sembra già segnata, a meno che le repliche non ottengano risultati sorprendenti. Un destino opposto, dunque, per i due prodotti di punta dello scorso autunno, probabilmente dovuto al fatto che su Top Chef sia più facile intervenire apportando cambiamenti. Vero è però che il programma delle sfide sportive era qualcosa di realmente nuovo, mentre con una gara tra cuochi non ci si allontana dal campo del già visto. Ninja Warrior andrebbe ad aggiungersi ad un elenco di programmi non riconfermati, per flop o mancato successo, che comprende Tanto Vale, L’Isola di Adamo ed Eva, Hidden Singer, Boats, Untraditional, La Meraviglia della Scienza.
In generale, l’intenzione sembra essere quella di fare prodotti più ambiziosi per il prime time dove solo due programmi hanno realmente funzionato: Cucine da incubo e – al di là della considerazioni su costi/benefici – Fratelli di Crozza. Il primo scippato a Fox Life, il secondo a La7.
Oltre ad un “faro” in daytime, manca ancora il prodotto in grado di tracimare, quello che ha un’anima ed è in grado di accenderti h24, come un talent show o un reality show.
1. Guasty ha scritto:
19 maggio 2017 alle 14:10