19
maggio

Il gioco del Nove

Nove

Nove

Il gioco del Nove è quello più duro. Se per le tematiche sono stati dei maestri, per la generalista a Discovery hanno commesso più di un passo falso. Ad oltre 2 anni dall’acquisizione dell’ex Deejay Tv, il canale non ha ancora una sua identità precisa: un po’ Italia1 anni 90, un po’ Rai2, un po’ la versione Discovery di Mediaset Extra, un po’ qualcos’altro di indefinito. Del resto, a Discovery da qualche parte dovevano cominciare e hanno iniziato dalle logiche imparate negli anni di tv digitale, sottovalutando le peculiarità e le insidie che si celano dietro una generalista.

La stessa Laura Carafoli, SVP Content and Programming di Discovery, a Italia Oggi ha ammesso: “C’è bisogno di una narrazione del canale, di cercare una sua identità forte”. La top manager ha, poi, elencato alcune soluzioni: lavorare al daytime (“non deve mai scendere al di sotto dell’1% di share“), coinvolgere volti noti e raccontare l’attualità.

Proprio la programmazione diurna finora è risultata uno dei talloni d’Achille del canale Nove: si è sopperito all’assenza di investimenti con repliche su repliche di prodotti già visti su Real Time e DMAX, che di generalista hanno ben poco (all’inizio ti imbattevi a tutte le ore persino con i nudi de L’Isola di Adamo ed Eva). Un mosaico di pezzi che priva la rete di quell’unicità necessaria per l’affermazione. Come si fa a creare il legame con qualcosa che ritrovi anche altrove?

Allo stesso tempo, i ripetuti passaggi dei prodotti di punta della prima serata rappresentano un ostacolo quando l’obiettivo dichiarato è diventare canale di destinazione almeno due volte a settimana. Nel futuro del canale Nove c’è una seconda edizione di Top Chef, chiamato quasi a raddoppiare gli ascolti in una missione che ha dell’impossibile:

“Avrà una seconda stagione ma l’obiettivo è del 3% di share. Lo scorso anno abbiamo sbagliato il cast, curando magari fin troppo la forma, la qualità delle immagini, ma confezionando un prodotto senza anima. Allora ora abbiamo selezionato un cast più verace, con esterne meno ingessate” ha dichiarato Laura Carafoli.

Discorso diverso per Ninja Warrior, la cui fine sembra già segnata, a meno che le repliche non ottengano risultati sorprendenti. Un destino opposto, dunque, per i due prodotti di punta dello scorso autunno, probabilmente dovuto al fatto che su Top Chef sia più facile intervenire apportando cambiamenti. Vero è però che il programma delle sfide sportive era qualcosa di realmente nuovo, mentre con una gara tra cuochi non ci si allontana dal campo del già visto. Ninja Warrior andrebbe ad aggiungersi ad un elenco di programmi non riconfermati, per flop o mancato successo, che comprende Tanto Vale, L’Isola di Adamo ed Eva, Hidden Singer, Boats, Untraditional, La Meraviglia della Scienza.

In generale, l’intenzione sembra essere quella di fare prodotti più ambiziosi per il prime time dove solo due programmi hanno realmente funzionato: Cucine da incubo e – al di là della considerazioni su costi/benefici – Fratelli di Crozza. Il primo scippato a Fox Life, il secondo a La7.

Oltre ad un “faro” in daytime, manca ancora il prodotto in grado di tracimare, quello che ha un’anima ed è in grado di accenderti h24, come un talent show o un reality show.

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7 Commenti dei lettori »

1. Guasty ha scritto:

19 maggio 2017 alle 14:10

Perfettamente d’accordo, anche se la vedo dura per Nove creare un nuovo titolo forte che possa catalizzare l’attenzione sul canale. Nove (così come TV8) per sopravvivere e farsi largo tra le reti generaliste stantìe, essendo arrivate molto tardi rispetto a quanto accaduto all’estero, possono sperare di farlo solamente togliendo pezzi alla generalista classica: Italia’s Got Talent ne è un esempio lampante, essendo lo show più visto di TV8, anche se a ciò vanno aggiunti lo sport e le moto in chiaro che impreziosiscono di molto il canale. Di contro Nove, a parte le Cucine e Crozza scippati da altre reti, non crea e non innova alcunchè, a parte Boom che in access fa sempre un buonissimo ascolto. Bisogna produrre un talent come detto nell’articolo (c’erano voci l’anno scorso di un approdo di The Voice) e portare show come Piccoli giganti sul Nove anzichè relegarlo al 31, essendo un programma da generalista, oltre a inserire il rugby stabilmente sul Nove (e non su Dmax) e altri sport tramite Eurosport. Solo così si potrà generare interesse per quella rete.



2. Francesco Amico ha scritto:

19 maggio 2017 alle 15:18

Bhe oltre ai citati Cucine da incubo e Fratelli di Crozza, direi che una menzione d’onore la merita Boom di Max Giusti.. partito con lo sfavore dei pronostici, ha comunque una media di oltre mezzo milione di spettatori e uno share che ha più volte superato il 2% che per il canale Nove non è cotica..



3. kalinda ha scritto:

19 maggio 2017 alle 16:42

Ci vorranno almeno dieci anni perchè investano soldi pari ad una generalista. Anche se avessero oltre a Crozza altri big comunque più del 5% attualmente non farebbero



4. Mattia Buonocore ha scritto:

19 maggio 2017 alle 16:53

Boom fa buoni risultati per la rete. Allo stesso tempo parliamo di un programma slegato dal resto che si traina con le repliche (che vanno male) e che potrebbe stare su Canale 5 in preserale e fare il 18%.



5. sboy ha scritto:

19 maggio 2017 alle 17:11

Dei titoli forti per Nove sarebbero The voice (talent) e Isola dei famosi (reality). Con questi titoli sarebbero a posto. Mentre se per The voice credo proprio che lo vedremo il prossimo anno sul 9, per L’isola la vedo più difficile. Si parlava un paio di settimane fa di un suo trasloco sul canale Discovery, anche in vista della scadenza del contratto con Mediaset. L’unico dubbio che mi sorge è che un programma costoso come L’isola quanto potrebbe rendere su una digitalina? Non sarebbe un investimento troppo azzardato per Discovery su un programma che comunque già fatica sulla rete di punta Mediaset?



6. Mattia Buonocore ha scritto:

19 maggio 2017 alle 17:16

@sboy ai tempi Mediaset è arrivata giusto un pelo prima per l’Isola perchè altrimenti… Ci sarebbe anche La Talpa che io caldeggio sempre (ma non è L’Isola). L’accoppiata The Voice+The Voice kids funzionerebbe, certo a patto di fare come ha fatto Sky con X Factor andando ulteriormente a migliorare il format (e non impoverirlo o peggiorarlo).



7. Luca ha scritto:

21 maggio 2017 alle 11:36

Secondo me hanno sbagliato ad investire troppo su Crozza
Con i soldi che hanno dato a Crozza e al suo programma avrebbero potuto fare 5 bei programmi in daytime di buona qualità
Oltretutto Crozza ha bassi ascolti,dunque sono soldi mal spesi



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