10
maggio

Francesca Senette, conduttrice di Yo Yoga, a DM: «Lo yoga dovrebbe essere obbligatorio per i nostri politici». Video

Francesca Senette e Renata Centi, Yo Yoga!

Si fa presto a dire «Namasté». Ma passare dal Tg4 di Emilio Fede alle lezioni di yoga in tv non è altrettanto immediato, si capisce. Quello di Francesca Senette è stato un vero percorso interiore, prima che professionale. Dopo l’addio a Mediaset e l’improvvisa interruzione del suo programma in Rai, cui sono seguite due brevi parentesi su La7 e sul satellite, la giornalista torna ora in tv su DeAJunior come protagonista di Yo Yoga!, il programma che si propone di avvicinare i bambini allo yoga. Da domenica 14 maggio, ogni giorno alle 19.50, sul canale 623 di Sky la Senette affiancherà per trenta puntate la maestra di yoga Renata Centi e i due piccoli aiutanti Gabriel e Giulia per svelare ai bambini la millenaria disciplina indiana. Come è arrivata a farlo ce lo ha raccontato lei in questa video-intervista.

Francesca, cos’è «Yo Yoga!»?

E’ un programma nato l’anno scorso con Renata Centi, un’insegnante di yoga che insegna ai bambini: io la affianco da quest’anno e faccio la mamma che pratica yoga, quindi la aiuto nella realizzazione di alcune asana – ovvero posizioni – che facciamo insieme per far vedere ai bambini a casa e a quelli in studio come si fa a mettersi in quell’asana. Poi do dei consigli ai bambini e alle mamme a casa per capire che questa è una disciplina meravigliosa e che, al di là della resa e della plasticità o meno di una posizione, ti può regalare tanto dentro, come è successo a me.

Questo è il primo programma di yoga in Italia. Non ti fa un certo effetto che a trasmetterlo sia una rete destinata ad un pubblico giovanissimo?

Credo che siano stati bravissimi a ritagliarsi questo spazio in un mondo in cui lo yoga è assolutamente di moda, è un trend importante. In America abbiamo visto i numeri ed è la disciplina più praticata in assoluto. C’è un giro di milioni di dollari rispetto alla vendita di accessori, abbigliamento e gadget per lo yoga, eppure c’è ancora una sorta di preclusione. Io ho provato a proporre dei programmi sullo yoga ed è molto difficile, è come se la gente non ci credesse e pensasse che si tratta di qualcosa di nicchia. In realtà è una disciplina a trecentosessanta gradi che potrebbe farci parlare di benessere, di salute e non violenza. C’è un mondo che gira intorno allo yoga. Credo che aver semplificato la cosa in un gioco per bambini attraverso la trasmissione sia stato un passo importantissimo per aprire un piccolo spiraglio, all’interno di un canale molto seguito, per dare un’informazione importante ai genitori ma anche per metterli a loro agio: quando non conosciamo qualcosa, infatti, c’è la possibilità che ci spaventi, invece qui l’approccio è molto soft e chissà che qualcuno si avvicini veramente.

Come è stato tradurre una disciplina così articolata in un linguaggio per bambini?

Per me è semplice. Sono una mamma e lo faccio giornalmente. Tommaso compie quattro anni a giugno e quando devo parlare con lui, che è estremamente curioso, devo tradurre in un linguaggio comprensibile anche risposte a domande sui massimi sistemi. Devi essere tu adulto capace di semplificare il concetto e trasferirlo in modo che i bambini lo possano capire senza bugie e senza falsità.

Hai di recente parlato della “batosta” professionale per la chiusura di Italia allo specchio e l’interruzione del tuo rapporto con la Rai. Forse un po’ di yoga sarebbe servito in quella circostanza?

Ah, pensavo ai dirigenti! (ride, ndDM). Lo yoga servirebbe a tutti, penso che dovrebbe essere obbligatorio per i nostri politici. Per i dieci più importanti del mondo praticarlo dovrebbe essere un obbligo. Sicuramente lo yoga mi avrebbe aiutato, ma forse non ero pronta, forse dovevo far sedimentare un po’ la frustrazione, la delusione, il dolore e questo senso di “non me lo sono meritato, perché è successo?”. Adesso sto bene, sono molto felice ed appagata, sono molto grata di quello che mi è successo e, udite udite, riesco anche a pensare che tutto sommato quello che mi è successo mi è servito, perché sennò sarei rimasta in una dimensione più alta dal punto di vista della visibilità ma sarei entrata meno dentro di me, mi sarei conosciuta di meno, avrei fatto meno fatica e sarei diventata una Francesca diversa da quella che sono oggi.

Consiglieresti un po’ di yoga a qualche tuo ex collega?

No, lo yoga è una pratica molto personale, bisogna arrivarci perché si sente dentro di sé questa voglia di migliorarsi. Ne avrebbero bisogno in tanti ma devono sentire loro questa voglia di crescere come esseri umani. Non come professionisti, dico.

Ti sei mai chiesta se hai sbagliato a lasciare Mediaset per passare in Rai?

Me lo sono chiesta. E ho fatto bene. Se fossi rimasta al Tg4 probabilmente oggi sarei ancora a Mediaset e condurrei ancora il telegiornale, magari avrei fatto degli altri programmi, però sarei comunque rimasta legata a quel mondo. In realtà, quello che ho dimostrato a me stessa per prima e agli altri andando in Rai è stato di essere capace di gestire ogni giorno una diretta di due o tre ore senza essere teleguidata da nessuno, mettendomi in gioco e senza copioni. Quando è capitato il terremoto dell’Aquila io ero in diretta e ho gestito la diretta. Chi non ci credeva ha visto che questo lavoro lo sapevo e, con un po’ di presunzione, lo so ancora fare.

YoYoga – il saluto al sole (video)


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