Bastava dirlo subito, allora. Per il Governo “è sempre stato chiaro“ che la norma sul tetto agli stipendi Rai non includesse in alcun modo le prestazioni artistiche. Lo ha fatto sapere il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, le cui dichiarazioni arrivano dopo settimane di discussioni al riguardo. Se da Palazzo Chigi si fossero espressi sin da subito con tale chiarezza, ci saremmo risparmiati inutili rimpalli di responsabilità tra Viale Mazzini e l’esecutivo.
Nei giorni scorsi, per la verità, il ministero per lo Sviluppo Economico aveva di fatto abolito il tetto ai compensi delle star sulla base di un parere espresso dall’Avvocatura dello Stato. Ora, però, quelle stesse posizioni sono state ribadite senza ricorrere a giri di parole.
Per il governo – ha spiegato Giacomelli – “è sempre stato chiaro” che la norma che “ha introdotto un limite ai compensi dagli amministratori, dei dipendenti e dei collaboratori della Tv pubblica non includeva in alcun modo le prestazioni artistiche” e perciò l’esecutivo “non condividerebbe una iniziativa assunta da parlamentari o forze politiche che, al contrario, modificasse l’assetto normativo attuale“.
Questo anche perché l’Avvocatura generale dello Stato ha richiamato il fatto che una norma di questo tipo “creerebbe un’evidente asimmetria nel settore televisivo“, dal momento che la Rai sarebbe l’unico operatore soggetto a tale obbligo.
Il Sottosegretario ha risposto alla Camera ad un’interpellanza presentata da Forza Italia, secondo cui il tetto agli stipendi andrebbe invece applicato anche ai titolari di contratti avente ad oggetto prestazioni artistiche. La posizione del governo pare ragionevole, ma arriva in clamoroso ritardo: il Ministero competente, infatti, avrebbe dovuto fornire delucidazioni già nei mesi scorsi. Ma l’assenza di risposte chiarificatrici portò ad una inutile confusione che ha esposto la Rai all’ennesima bufera.
Sul fronte istituzionale, ora la questione sembra chiusa. Il CdA del servizio pubblico, intanto, ha chiesto alla Rai di autoregolamentarsi in materia entro il 2 giugno prossimo.
1. Tv ha scritto:
5 maggio 2017 alle 23:23