26
marzo

Concita De Gregorio a DM: FuoriRoma, un casting per la classe dirigente di domani. Mi piacerebbe fare DentroRoma

Concita De Gregorio

Concita De Gregorio si appassiona. Quando ci parla del suo viaggio televisivo nella politica locale diventa un fiume in piena. Si entusiasma, non vorrebbe fermarsi più. Da lunedì 27 marzo, la giornalista tornerà su Rai3 con la seconda edizione di FuoriRoma, programma che racconta l’Italia attraverso i suoi sindaci emergenti, secondo una prospettiva locale volutamente lontana dai palazzi del potere romano. La novità è che, stavolta, la trasmissione andrà in onda in seconda serata (alle 23.10) e si allungherà di circa venti minuti rispetto alla stagione passata. Come ci ha anticipato la stessa conduttrice in questa intervista, la prima delle otto puntate avrà come protagonista il sindaco di Torino, Chiara Appendino, che per la prima volta si è concessa alle telecamere assieme ai suoi familiari.

Concita De Gregorio torna con FuoriRoma: possiamo dire che il suo è un po’ un anti-talk?

Sì, lo è. Tra l’altro è una tua definizione dell’articolo che facesti sulla prima edizione. Questa seconda edizione è più lunga, dura circa quarantacinque-cinquanta minuti e va in seconda serata alle 23.15: cambiamo tutto, è un altro salto nel buio. Io in tre anni sono passata da Pane Quotidiano alle 12, alla prima edizione di FuoriRoma alle 20.10 ed ora vado alle 23.15. Lo spirito è esattamente quello del non fare che le cose vengano da noi, ma di andare noi dalle cose, che poi è il modo in cui sempre lavoro anche quando scrivo per la carta. Penso che ci sia bisogno di andare a cercare le cose nella luce, nel suono, nel colore, nell’habitat, nel mondo dove accadono per vederle e per capire le dinamiche che vi stanno dietro. Un conto è prendere un sindaco e portarlo in uno studio televisivo, un altro è andare a casa del sindaco.

Il primo sindaco intervistato sarà Chiara Appendino di Torino…

Su Chiara Appendino mi soffermerei un momento perché credo che lei non abbia mai dato un’intervista televisiva e sicuramente mai con il marito, la figlia, la famiglia intera e mai così a lungo. Tra l’altro ci sarà Chiara Appendino messa a confronto con Piero Fassino.

Lei pensa che sia importante conoscere i familiari e capire chi sta accanto ad un politico?

E’ importante vedere la famiglia, perché i sindaci e gli amministratori locali vengono direttamente eletti dai cittadini e i cittadini li conoscono, quindi li votano o meno anche per quello che sono, per il lavoro che fanno, per come vivono la città, per il tipo di relazioni che hanno con i familiari. Specialmente nelle città dove c’è molta prossimità, la famiglia del sindaco determina chi è il sindaco. Poi le istituzioni e la politica sono fatte di persone, quindi conoscere la storia familiare per me è importante.

L’unico rammarico forse è quello di non poter intervistare il sindaco di Roma, visto che il programma si chiama FuoriRoma.

Eh sì, lo è anche per me. Infatti avevamo vagheggiato a un certo punto di chiudere FuoriRoma con la puntata su Roma, ma la puntata su Roma secondo me vuole un altro format che si chiama ‘DentroRoma’ e che è un racconto di Roma a partire dai quartieri, perché Roma sono venti città. La Roma di piazza Mazzini non è quella di piazza Tuscolo o di piazza Euclide.

Pensa di poterlo realizzare questo format? Magari con una puntata speciale…

Chi lo sa. Magari possiamo fare ‘DentroRoma’ forse in autunno.

Un motivo per cui guardare questa seconda edizione di FuoriRoma?

Perché chi ci governa oggi ha amministrato le città ieri e chi amministra le città oggi governerà il Paese domani. Sempre per usare un linguaggio televisivo, è una specie di casting della classe dirigente e le scelte sono fatte in questo senso: noi non scegliamo a caso i luoghi dove andare. Siamo andati a Venezia, a Messina, a Parma, dove ci sono rappresentati politici di tutti gli schieramenti che hanno una proiezione nazionale. Quindi è abbastanza facile che tra questi che abbiamo visto – come il sindaco di Reggio Calabria, quello di Perugia, di Pesaro o di Ventimiglia – ci siano persone (e già ci sono) che cresceranno e che saranno coloro che governeranno l’Italia nel prossimo futuro. E poi perché nelle città e nei luoghi piccoli si capiscono con grande nitore ed esattezza le dinamiche che stanno sotto ai movimenti della politica. Dinamiche che sono sempre le stesse, solo che a Roma sono rese opache da una quantità di turbolenze ed interferenze, mentre in purezza le vedi nelle città: vedi esattamente cosa succede quando c’è una congiura di palazzo o quando il civismo si sostituisce alla politica e viceversa. Perché questo accade lo capisci molto bene.

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