Ormai è assodato. La maledizione del rock non si limita più ad accarezzare i suoi interpreti, spingendosi a stroncare malamente anche i titoli seriali loro dedicati. La differenza, però, è che in quest’ultimo caso il risultato è l’accesso a un immaginario tutt’altro che leggendario. Lo ha dimostrato il fuoco tanto vivace quanto effimero di Vinyl e lo conferma ora la flebile fiamma Roadies, consumatasi già dopo una sola stagione.
Il nuovo comedy-drama prodotto da J. J. Abrams (lo stesso di Westworld, per intenderci), in arrivo alle 21.15 di questa sera su Premium Stories (DTT pay, canale 316), è infatti soltanto l’ultimo di una sfilza di show che hanno fallito nell’omaggiare uno dei generi forse più mitici e venerati. Fatto ancora più stridente, se si pensa a come la serialità abbia finora sapientemente esplorato quasi ogni meandro del panorama musicale, illuminando il lato vivace della musica classica (con Mozart in the Jungle) e quello conflittuale del country (con Nashville), e navigando tra gli intrighi della scena hip hop (con Empire).
Da qui non si discosta poi molto la premessa di Roadies, che intende mostrare l’intera macchina organizzativa alla base del tour di una band dal nome ben poco rock (The Staton-House Band). L’ideatore Cameron Crowe (premio Oscar per la sceneggiatura di Quasi Famosi) non riesce però a imprimere la giusta forza attrattiva all’intreccio, finendo per annoiare lo spettatore già dal primo dei 10 episodi. Tra dialoghi inconcludenti e una trama zoppicante, faticano inoltre a emergere i tanti, forse troppi personaggi, tratteggiati solo superficialmente. Tasto dolente è tuttavia il poco spazio lasciato al rock che, nonostante una colonna sonora selezionata da Kelly Curtis, ex manager dei Pearl Jam, passa in secondo piano, confinando la stessa band protagonista a qualche apparizione.
È di conseguenza comprensibile la decisione di Showtime di cancellare la serie, il cui notevole sforzo produttivo non è riuscito certo nel rendere il racconto elettrizzante che invece ci si aspettava.
Roadies – La trama
La Staton-House Band è in arrivo a New Orleans e la gigantesca macchina organizzativa del tour si mette in moto. Tra gli addetti ai lavori, il tour manager donnaiolo Bill Hanson (Luke Wilson), la direttrice di produzione Shelli Anderson (Carla Gugino) e la giovane attrezzista Kelly Ann (Imogen Poots), divisa tra la passione per il rock e l’attrazione per il cinema. A creare scompiglio arrivano però un nuovo consulente finanziario e una groupie piuttosto insistente, mentre la rigida scaletta di giornata si avvicina sempre più freneticamente all’inizio del concerto.
1. Flavio ha scritto:
31 gennaio 2017 alle 11:00