Sono passati 8 giorni dall’epilogo de Il Collegio, il docu-reality di Rai 2 che ha visto diciotto ragazzi affrontare la vita all’interno di un convitto degli anni Sessanta, ma nonostante il tempo che passa, il programma prodotto da Rai e Magnolia, continua in qualche modo a far parlare.
Senza curarsi dei risultati finali, c’è però da segnalare che la trasmissione si è portata dietro, fin dal principio, una lunga scia di polemiche. All’inizio le controversie hanno riguardato la scelta del bergamasco come location (Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, fino a qualche anno fa lavorava fianco a fianco con Ilaria Dallatana, ndDM), successivamente il mirino si è spostato sulla fase di reclutamento dei ragazzi avvenuta attraverso agenzie del mondo dello spettacolo, fino poi ad arrivare alle insinuazioni sulla veridicità del programma e alle critiche da parte di molti su un’eventuale manipolazione dei meccanismi raccontati durante le puntate.
Attualmente invece il fronte delle diatribe riguarda il post-programma e, nello specifico, su come i giovani protagonisti (ecco chi sono nel dettaglio) stanno effettivamente vivendo, anzi beneficiando del “successo” dovuto all’inevitabile onda della momentanea notorietà. Basta, infatti, fare un giro sugli account social dei vari alunni della classe del 1960 del collegio Celana per capire che tutti, chi più chi meno, stanno assaporando la popolarità che un programma televisivo in prima serata può offrire.
È lunga la trasferta: Napoli, Firenze e poi via ancora verso Roma e in altre località dello Stivale. Ad attenderli ci sono gruppi di fan urlanti, serie interminate di selfie e qualche applauso. Insomma, niente a che vedere con la rigidità dettata dal clima imposto da professori e governanti all’interno dell’antica struttura. Tutti i divieti imposti nel corso delle settimane di reclusione sembrano non essere serviti a niente. Eppure c’era una qualche flebile speranza di cambiamento, che si basava sulle dichiarazioni a fine percorso da parte dei giovanotti che affermavano quasi all’unisono:
“Dopo venti giorni, queste sono diventate le mie abitudini” – oppure – “Da Il Collegio ho imparato che senza telefono si sta bene” – o ancora – “La tecnologia, il telefono, la televisione, non servono a niente!”.
Dall’anonimato al successo; da semplici adolescenti a fashion star con tanto di tacchi e lustrini. Sembra essere davvero sottile la differenza tra loro e i più allenati ragazzi di Uomini e Donne, in cerca di like su Instagram e di qualche ospitata nei locali. Peccato che i beneficiari di questa fama siano pressoché bambini, o fate voi, adolescenti. Un esperimento sociale educativo si è rivelato dunque un’altra occasione per creare altre piccole star (o mostri?) della televisione, che con ogni probabilità tra pochi mesi cadranno nel limbo del dimenticatoio.