I Delitti del BarLume è tornato per la quarta volta in video su Sky Cinema Uno con due nuovi episodi. Un appuntamento breve, centellinato -quasi una “rarità” per gli appassionati- che dunque non correva nessun rischio di stancare il pubblico. Che bisogno c’era, allora, di snaturarlo e renderlo tutt’altro rispetto a ciò che di buono era?
I due nuovi episodi del 2017 – Aria di Mare e La Loggia del Cinghiale – sono stati un’autentica delusione: urlati, esasperati, frenetici, angoscianti. La pigrizia indolente che dava sapore ai primi capitoli è sparita per lasciare spazio ad una quasi isteria senza controllo, dove il turpiloquio ha regnato sovrano e della comicità sottile e ficcante di un tempo non c’era nessuna traccia.
Vittima ed artefice principale di questo brutto cambiamento è stato il personaggio di Massimo, trasformato da solitario barista che mira solo a starsene tranquillo ad impasticcato ed esaurito reietto che per dimenticare i guai d’amore con Tiziana (Enrica Guidi) e i propri debiti non fa che prendere goccine e bere. Con Filippo Timi ridotto ad una macchietta le cui gesta non solo non facevano ridere, ma neanche un po’ sorridere.
Nonostante ciò, tuttavia, Massimo improvvisamente si è trasformato anche in un investigatore ideale, capace da solo di risolvere qualunque caso grazie alle sue intuizioni geniali, merito forse proprio di droga e alcool. Cosa che ha messo da parte i “bimbi”, ovvero gli anziani Pilade, Aldo, Emo e Gino, da sempre veri protagonisti delle indagini che con i loro inciuci e pettegolezzi riuscivano a portare a galla verità difficili da scovare.
Insomma, tutta un’altra storia rispetto al passato, tutto un altro sapore e un altro clima, che ha spiazzato: cos’è successo all’adorabile BarLume e ai suoi personaggi? Dove sono finite le tranquille chiacchiere al bancone, i sotterfugi, le battute e le interminabili e bonarie partite a carte?
Se si dovesse decidere di portare ancora in scena i personaggi creati da Marco Malvandi, e dunque riportare i telespettatori a Pineta, che lo si faccia con più criterio e un po’ meno frenesia. Altrimenti davvero non avrebbe più senso.
1. Mah ha scritto:
17 gennaio 2017 alle 16:43