13
gennaio

TORTO O RAGIONE: LA CAUSA SUL ‘NONNO TRAVESTITO’ FA INFURIARE IL GAY CENTER

Don Mario Pieracci

Torto o Ragione? Il verdetto finale finisce nell’occhio del ciclone. Il tribunale televisivo di Rai 1 ha scatenato l’indignazione del Gay Center per il modo in cui ha trattato, in una delle sue recenti puntante, la tematica del travestitismo. Una polemica, questa, che – seppur con una traiettoria inversa – richiama da vicino quella originatasi intorno alla decisione dei vertici di Rai 3 di mandare in onda, nel preserale del periodo natalizio, le repliche di Stato Civile.

In una nota pubblicata sul sito dell’associazione, il portavoce Fabrizio Marrazzo accusa il court show condotto da Monica Leofreddi di non aver avuto la delicatezza necessaria per affrontare una questione che, in virtù della sua complessità, tende a dividere l’opinione pubblica:

Ancora un caso di discriminazione contro le persone trans, questa volta su Rai Uno. Durante la trasmissione “Torto o Ragione?”, condotta da Monica Loffredi, è andata in scena la storia di un nonno transgender e dei suoi nipoti. Una vicenda che avrebbe richiesto grande attenzione e delicatezza anche rispetto al linguaggio usato. Si è parlato invece di questo tema in modo affrettato e pieno di pregiudizi”.

Parole amare, alle quali fa seguito un vero e proprio atto di accusa rivolto alla TV di Stato, rea – a suo dire – di non aver garantito in questa circostanza l’equilibrio dei contenuti trasmessi:

La tv pubblica, che dovrebbe proporre un’informazione equilibrata, invece manda in onda uno show offensivo e vecchio per tono, linguaggi e contenuto. Un’occasione persa”.

Il post si conclude con un invito rivolto direttamente ai vertici Rai a stabilire con precisione linee guida “etiche”, a cui ciascun programma dovrebbe attenersi, nel rispetto dei diritti di tutti i cittadini:

Facciamo appello al direttore generale Campo Dall’Orto e alla Commissione parlamentare di Vigilanza Rai per definire un codice deontologico per trasmissioni e notiziari in grado di rendere informazione e intrattenimento al passo con i tempi e non offensive della dignità di nessun cittadino”.

Torto o Ragione: il caso che ha scatenato la polemica

La puntata che ha scatenato le dichiarazioni sopra riportate è stata trasmessa lo scorso 9 gennaio. Al centro del dibattito un caso di crossdressing (e non transessualità): Andrea, settantenne, ha espresso al figlio incredulo il bisogno di vestirsi e mostrarsi in pubblico con abiti femminili. A seguito di questa confessione, il giovane proibisce al genitore di vedere i suoi figli, rispettivamente di sei e otto anni. La nuora di Andrea non è d’accordo con la filosofia del marito e si dice invece sicura che, se opportunamente guidati, i bambini potrebbero accettare il cambiamento dell’uomo.

Torto o Ragione: le dichiarazioni di Don Mario Pieracci

Fra gli ospiti in studio, quello che più ha fatto discutere è stato Don Mario Pieracci, che, nella parte conclusiva della puntata, si è lasciato andare a dichiarazioni che poco avevano a che fare con l’argomento di discussione. Chiamato a dire la propria, il prete ha colto l’occasione per riferirsi, in modo impreciso, alla teoria “gender” e, dopo essersi dichiarato a favore del figlio di Andrea, ha affermato:

Questo discorso del vestirsi uomo-donna, voi lo sapete, la teoria gender nelle scuole è completamente negativa, cioè far vestire un giorno tutti da femmina e tutti da maschio il giorno dopo non è produttivo, non è costruttivo, non è educativo”.

Pronta la replica della conduttrice:

Sai cos’è che ci manca a noi? Il ruolo “essere umano”, dovremmo intanto diventare tutti essere umani e poi preoccuparci anche del resto”.

L’argomento, come è naturale che sia, ha calamitato l’attenzione dei social, dando luogo a pareri contrastanti. La sensazione è che nel tribunale di Rai 1 non si sia messa in dubbio la libertà del singolo individuo, per quanto alcune dichiarazioni campate in aria abbiano originato comprensibili malumori. Piuttosto, il fulcro della questione era un altro, ovvero: è giusto mettere i minori di fronte ad una realtà che, proprio per la loro tenera età, potrebbero far fatica a comprendere?



Articoli che potrebbero interessarti


patriziamirigliani
Patrizia Mirigliani: «A Miss Italia niente trans. Solo chi è nata donna»


masterchef
Pagelle TV della Settimana (2-8/03/2020). Promossi Luisa Ranieri e Masterchef. Bocciati Otto e Mezzo e l’oroscopo del Coronavirus


Don Mario Pieracci, Domenica In
Domenica In, don Mario sfida il Coronavirus (e il decreto): «Dirò comunque la Messa». Scoppia la bagarre


Vittoria Schisano - Un Posto al Sole
La svolta ‘transgender’ di Un Posto al Sole: Vittoria Schisano è Carla, il padre di Alex e Mia

16 Commenti dei lettori »

1. Srich ha scritto:

13 gennaio 2017 alle 13:15

È stata brava la Leofreddi a stopparlo, nonostante dalla discussione della causa avesse ampiamente fatto trasparire la sua opinione. Trasmissione piuttosto squilibrata verso un punto di vista (aldilà dei deliri sul gender nelle scuole!!!1!! la presenza di un prete e di una sola linea di pensiero è stucchevole), ma, assodato ciò, le associazioni e i blog gay spesso sono fin troppo permalosi e precipitosi. Non ha manco centrato l’argomento Marrazzo, voglio dire.



2. Miele ha scritto:

13 gennaio 2017 alle 16:05

I bambini sono sicuramente più intelligenti, moderni e umani di Monica Leofreddi. La Rai in quanto servizio pubblico non può permettersi di mandare in onda teatrini televisivi così diseducativi e offensivi. Vergogna.



3. Nina ha scritto:

13 gennaio 2017 alle 17:06

Premesso che non mi è mai piaciuto don Mario, lo trovo davvero poco caritatevole, in senso umano ovviamente, non materiale. Ma uno non può dire che la teoria gender è c…. pazzesca?



4. Srich ha scritto:

13 gennaio 2017 alle 18:41

Beh, uno può dire anche che gli unicorni puzzano troppo di stalla, però la realtà poi è un’altra cosa.



5. Nina ha scritto:

14 gennaio 2017 alle 11:40

Ognuno ha la sua opinione e deve avere il diritto di dirla. Anche se va contro il politicamente corretto che sta facendo morire l’intelligenza.



6. Srich ha scritto:

14 gennaio 2017 alle 13:04

Il politicamente corretto starà anche facendo morire l’intelligenza, ma non sarà certo il complottismo un tanto al chilo a rianimarla.



7. Nina ha scritto:

14 gennaio 2017 alle 13:16

Il complottismo? E cosa c’entra di grazia?



8. Srich ha scritto:

14 gennaio 2017 alle 14:27

È lì, seduto accanto tra la teoria gender e le scie chimiche.



9. Srich ha scritto:

14 gennaio 2017 alle 14:28

Senza accanto magari.



10. Nina ha scritto:

14 gennaio 2017 alle 15:17

E allora perchè fanno spettacoli per le scolaresche in cui c’è per esempio uno che non si sente nè uomo nè donna (farafinfin una roba del genere). Ed è pure vero che negli asili fanno vestire i bimbi con abiti del sesso opposto. Non è un’invenzione.



11. Srich ha scritto:

14 gennaio 2017 alle 16:22

Nina, su sto argomento il confine tra le intenzioni e il volerci vedere il male dietro è così labile che potremmo stare giorni a discuterne senza venirne a capo. E oltretutto non è neanche il posto adatto.

Mi limito a dirti che a me a scuola fecero vedere Schindler’s list, pensi volessero trasformarmi in ebreo o nazista? È un discorso di sensibilizzazione ed educazione al rispetto, che vengono fatti con linguaggi e modi adatti e vengono (volutamente) fraintesi.
Poi oh, magari avete ragione voi e c’è tutto sto discorso che fate voi dietro (in una nazione in cui persino alle unioni civili è stata apposta l’umiliante ciliegina del non obbligo di fedeltà, ricordiamoci. Sta lobby gay serve solo a far vendere dischi a Madonna?), ma anche in quel caso rimango dell’idea che tanto la natura trionfa, come dimostra anche il caso del “bambino-cavia” di John Money che inspiegabilmente i fautori dell’esistenza dell’ideologia gender portano a loro favore.

Detto ciò passo la mano, fosse per me discuterei ore dell’argomento, ma non voglio essere bannato per Ot :°D



12. Nina ha scritto:

14 gennaio 2017 alle 16:28

Hai ragione non è la sede. Comunque io sono una, non capisco quel “voi” e mi sembra terribile che tu chiami “trionfo” la storia dei gemelli reimer.



13. Nina ha scritto:

14 gennaio 2017 alle 16:29

Scusa, non è inspiegabile che venga portata ad esempio.



14. Srich ha scritto:

14 gennaio 2017 alle 18:10

Sì, hai ragione, trionfa è decisamente poco sensibile visto l’epilogo. Intendevo semplicemente che nonostante lo avessero distrutto con quei mostruosi tentativi di condizionamento è venuto fuori in ogni caso quello che era e quello che voleva. Cosa che dovrebbe tranquillizzare quelli con lo spauracchio del gender. Se poi qualcuno vuole mettere le cose sullo stesso piano e pensa che la visione di uno spettacolo crei un esercito di giovani ermafroditi, alzo le mani e mi arrendo.
Googlando lo spettacolo di cui parlavi ho visto 800 reazioni uguali e mi è venuto di conseguenza il voi, chiedo venia.

E niente, già che ci siamo facciamo ciao alla coerenza che mi ha accompagnato da quando avevo detto che non era il caso di farsi bannare ad ora.



15. Claudio ha scritto:

15 gennaio 2017 alle 08:59

Se l’ideologia gender fosse solo una stupidata ci sarebbe da stare sereni, invece è ben dannosa. I paesi in cui è stata sperimentata per 30 anni hanno i più alti tassi di violenza su donne e bambini e di diffusione delle MST. Femminicidi 2012: Norvegia 51, Finlandia 47 Danimarca 34, Svezia 32, in Italia, senza l’ideologia che qualcuno vorrebbe diffondere, 27



16. Nina ha scritto:

16 gennaio 2017 alle 09:53

Buongiorno Claudio, non volevo certo essere superficiale, ma il mio era un appunto generale sul “p.c.” che non permette di dire certe cose. Certo che è dannosa, infatti e con questo mi ricollego a Sirch, non è certo mia preoccupazione che grazie a ciò ci siano più o meno travestiti o più o meno gay. Ciò che mi tormenta è: a che prezzo? E soprattutto: chi lo pagherà? Non certo gli estensori di tale teoria.



RSS feed per i commenti di questo post

Lascia un commento


Se sei registrato fai il login oppure Connetti con Facebook

Per commentare non è necessaria la registrazione, tuttavia per riservare il tuo nickname e per non inserire i dati per ciascun commento è possibile registrarsi o identificarsi con il proprio account di Facebook.