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gennaio

FESTIVAL DI SANREMO 2017: LA SCENOGRAFIA – FOTO

Scenografia Sanremo

Una delle cose che incuriosisce di più del Festival di Sanremo in quanto “spettacolo” è  la scenografia perché ogni anno, quando si alza il sipario, gli occhi sono puntati sull’allestimento del palco del Teatro Ariston e si sgranano, si storcono, si compiacciono o rimangono delusi; dopo cinque serate, parecchie ore di trasmissione e milioni di clic su esibizioni o momenti topici, finisce che qualcosa impressa rimane: una scritta particolare, un’installazione pomposa, una scalinata piuttosto impervia, la bizzarra collocazione dell’orchestra o un dettaglio che ad altri è sfuggito.

Se Gaetano Castelli è il grande veterano del Festival (ha firmato ben 17 scenografie) e se è toccato anche a Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo (vincitori di 3 premi Oscar), Carlo Conti, almeno sul piano “tecnico”, preferisce non cambiare i componenti della squadra con cui sta vincendo tutto quel c’è da vincere, e così ha riconfermato per il terzo anno consecutivo Maurizio Pagnussat alla regia, Pinuccio Pirazzoli sul podio della direzione orchestrale e Riccardo Bocchini come scenografo.

L’architetto romano (classe 1958) ha un’ampia sezione del curriculum dedicata agli studi televisivi a cominciare da quelli di Tale e Quale, L’Eredità e I Migliori Anni. Ha disegnato per il Festival di Sanremo scenografie molto essenziali ma evocative, con spazi ampi, la scalinata centrale e l’orchestra disposta a raggiera intorno al centro: nel 2015 si è poggiato su linee più sinuose (quasi stilizzando quelle dei fiori) e nel 2016 ha puntato su spigoli e geometrie (ricordate la scala a forma di “U” squadrata che s’apriva all’occorrenza?).

Bene, quest’ultima pare la strada percorsa da Bocchini per disegnare la scenografia del Sanremo 2017: semplice e supertecnologica, ricca di linee verticali e orizzontali, fredda ma avvolgente (sembra il grande organo delle chiese medievali, un carcere concettuale da videoclip pop dirà qualcun altro, o uno scolapiatti di metallo dell’Ikea).

Durante la conferenza di presentazione del Festival, Carlo Conti e Maria De Filippi hanno lanciato il filmato che svela la scenografia, e la conduttrice Mediaset ha subito confessato:

“Ho sperato fino all’ultimo che non ci fossero le scale e invece ci sono” (in realtà le scale si ‘compongono’ all’occorrenza, ndDM)

Poi ha preso la parola il regista Pagnussat per specificare che le riprese saranno in full-hd, che molte luci saranno a risparmio energetico e che delle dieci telecamere quattro saranno robotizzate (grazie a una tecnologia che arriva direttamente dal mondo aeronautico):

“Utilizzeremo 10 telecamere, di cui alcune robotizzate che sfruttano una tecnologia brevettata dal mondo aeronautico. Con Riccardo Bocchini abbiamo pensato ad una scenografia mutuabile per ogni esibizione. Sarà un Festival all’avanguardia perché utilizzerà luci a risparmio energetico.”

Al Teatro Ariston i lavori sono ancora in corso: in questi giorni (dal 2 gennaio per l’esattezza) la struttura sanremese è un vero e proprio cantiere aperto (niente spettacoli e cinema sospeso), si procede molto velocemente per consegnare il palco agli artisti, lasciare spazio alle prove e, infine, tirare tutto a lucido per quando s’alzerà il sipario il 7 febbraio.

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