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dicembre

FRANCESCO, IL PAPA DELLA GENTE: BERGOGLIO UMANISSIMO E ‘POLITICO’ IN UNA BUONA FICTION

Francesco, il Papa della gente

Francesco, il Papa della gente è innanzitutto la storia di un uomo. Non uno qualunque, certo. E’ un racconto intenso ma senza eccessi, che evita derive agiografiche e stereotipi. Ed è giusto così: rappresentare la biografia di un futuro Pontefice è infatti un’operazione delicata e rischiosa, specialmente se il protagonista è ancora in vita. In tal senso, la fiction di Canale5 diretta da Daniele Luchetti (la prima al mondo dedicata a Bergoglio) ha superato la prova ed ha scongiurato l’effetto ’santino’, mettendo in scena vicende realistiche e reali, forse sconosciute alla maggior parte dei telespettatori.

Il primo motivo d’interesse sta proprio nel fatto che la serie tv mostri Bergoglio dalla sua giovinezza fino all’elezione al Soglio Pontificio. La storia nota a tutti, quella che viene dopo la fumata bianca del 13 marzo 2013, è invece esclusa dalla trama. E questo è un elemento positivo, che attribuisce valore alla ricerca biografica e alla raccolta di testimonianze svolte dal regista e dal produttore. Di Papa Francesco, infatti, si è detto e scritto moltissimo, quasi al punto da rendere l’attuale Pontefice una macchietta buonista. Ma nessuno aveva ancora approfondito (e tradotto in film) il percorso umano e spirituale di colui che sarebbe diventato Papa.

La storia parte proprio della giovinezza di Jorge, un ragazzo come tanti, peronista, con una fidanzata e una passione per la chimica. Poi arrivano la vocazione, l’ingresso nell’ordine dei Gesuiti, gli anni trascorsi ad insegnare letteratura in un liceo. Emergono già alcuni tratti della personalità forte e divisiva di Bergoglio, ma anche della sua commovente umanità. Della sua attenzione agli ultimi e pure della capacità di interloquire con (pre)potenti, atei e miscredenti. Quello rappresentato da Luchetti, infatti, è anche un personaggio avveduto e ‘politico’ (in senso lato) per certe sue scelte. Gli anni da Padre Provinciale dei Gesuiti per l’Argentina sono rivelatori in tal senso: Bergoglio deve far fronte alle violenze perpetrate dalla dittatura militare, accettando e subendo compromessi, ma anche reagendo con senso pratico.

Lo sguardo della serie tv è tutto rivolto al contesto sociale e politico che ha forgiato il carattere e le scelte del futuro Papa. Non mancano scene crude e sequenze drammatiche (ne vedrete anche nella seconda puntata), che attribuiscono intensità e realismo ad una biografia ricca ed onesta, tutt’altro che patinata. Resta più in secondo piano la componente religiosa: certi spunti e altrettanti conflitti spirituali – a cui si fa comunque riferimento – forse si sarebbero potuti approfondire, chiaramente evitando esasperazioni mistiche o melensaggini (da cui il regista si è meritoriamente tenuto alla larga).

Francesco, Il Papa della gente è una produzione dalla qualità nettamente superiore rispetto alla media delle serie tv nostrane. Più che una fiction, è stato realizzato un vero e proprio film destinato ad essere apprezzato da una platea internazionale. La recitazione (con il doppiaggio italiano), la fotografia e le ambientazioni sono degne di nota. Così come le riprese, talvolta anche scenografiche, che giustificano l’importante investimento economico. I dialoghi non sono lasciati al caso.

La pellicola, per quanto possa fare un lungometraggio, attraverso uno sguardo laico e attento dà un valido contributo alla comprensione di una biografia – quella di Jorge Mario Bergoglio – articolata e straordinaria, che si riflette in quello che Francesco è e fa oggi. E che in parte è ancora tutta da scrivere.



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