22
novembre

LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE: LA SERIE CHE STRAVOLGE LA DICOTOMIA COMMEDIA/DRAMMA, SORRIDENDO DI UN MONDO DI LACRIME

La Mafia Uccide Solo d'Estate

La fiction italiana ormai da anni si divide grossomodo in due filoni: da una parte la commedia, romantica o familiare non importa ma comunque tutta gag e lieti fini, dall’altra il dramma di mafia, tutto pistolettate e questioni d’onore. La Mafia Uccide Solo d’Estate per la prima volta stravolge questa dicotomia ormai consolidata e anche prevedibile, coniugando i due generi e risultando dunque fresca, originale e all’avanguardia nonostante gli ingredienti e i temi affrontati siano più che noti al pubblico del piccolo schermo.

La Mafia Uccide Solo d’Estate: un racconto serio che fa sorridere

L’intuizione vincente è di Pif, che nel suo film d’esordio decise di raccontare il dramma della mafia senza troppe lacrime e troppa paura, facendolo scivolare tra le righe di un racconto leggero, nel quale la malavita è un elemento tristemente naturale che accompagna la quotidianità buffa ed ingarbugliata delle persone comuni. Ma trasportare questo meccanismo in tv, adattandolo al genere seriale, è stata un’idea ottima, oltretutto confezionata a dovere.

La Mafia Uccide Solo d’Estate ripropone temi che il telespettatore di Rai 1 conosce bene, ultimo ma non ultimo la figura di Boris Giuliano, protagonista di una miniserie andata in onda solo pochi mesi fa. Ma questi temi sono presentati in maniera diversa: sembra quasi di vedere un nuovo capitolo dell’ottima Raccontami, dove la politica assume un ruolo principale ma c’è la medesima attenzione per la ricostruzione storica, con abiti e scenografia che teletrasportano nell’Italia che fu.

La Mafia Uccide Solo d’Estate: attori noti in ruoli insoliti

Bravi anche gli attori, che si sono calati in ruoli molto diversi da quelli ai quali sono abituati, riuscendo a risultare ugualmente credibili: Gioè nelle vesti del padre di famiglia timoroso, la Foglietta in quelle della donna siciliana, Dario Aita stile hippie e Nino Frassica nel saio di uno che non lotta per far trionfare la giustizia, né divina né umana. Personaggi perfettamente riusciti ed originali, ma mai quanto i cattivi, presentati quasi come fumetti.

Nel complesso un quadro dal sapore dolceamaro, del quale la famiglia ed i suoi piccoli drammi sono protagonisti e in cui lo spettatore moderno si può ritrovare facilmente, perchè i problemi di ieri sono in parte quelli di oggi. Nell’ottica perfetta dei corsi e ricorsi storici che insegnano senza pretenderlo.

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