Volto di punta di Sky, padrone di casa di X Factor da sei anni e considerato il capostipite della nuova generazione di conduttori: Alessandro Cattelan si concede la sua prima copertina su Vanity Fair. All’interno, un’intervista in cui l’ex VJ si lascia andare alle consuete confessioni sulla famiglia e sulla vita privata, ma soprattutto racconta la sua televisione e come è iniziata, oltre dieci anni fa, la sua carriera nel piccolo schermo.
La chiacchierata non si può non aprire con X Factor, il talent show di Sky che l’ha fatto svoltare:
“Prima di condurlo non lo avevo mai visto. Mi feci consegnare i DVD e mi misi a studiarlo per capire cosa era stato fatto in precedenza e cosa potevo fare di diverso. Capii che era un bel programma e uno show che sa intrattenere”.
Riguardo l’empatia con i concorrenti, però, chiarisce che non è sempre automatica:
“Parlo a loro con solennità, ma verso alcuni provo un’empatia totale […] Non con tutti, con quelli che condividono il mio spirito, che non è mettersi in posa per poter dire ‘sono stato in TV’, ma dimostrare di meritare di starci. […] I concorrenti tentano di emergere e di farsi apprezzare cantando capolavori scritti da altri artisti. Fuori è più difficile e lo so perché fuori di sono stato anch’io”.
Cattelan si riferisce alla breve – e dimenticabile – parentesi musicale che i fan più accaniti sicuramente ricorderanno: a metà degli anni zero faceva parte del duo ‘rap’ 0131, assieme a G. Quagliano, rapper della sua Tortona.
Approfitta per raccontare come è iniziata la sua carriera:
“Mi fecero un book ai tempi della scuola e dopo un anno partecipai ad uno spot del Festivalbar. Passarono altri dodici mesi e squillò il telefono. Ad Eddy [un autore del canale televisivo VIVA che aveva collaborato con lui] avevano chiesto di cercare volti utili al lancio dell’emittente. Si ricordò di me e compose il numero. Risposi e andai a fare un provino, meno di venti giorni ed ero in diretta”.
Non può mancare una menzione al late night show E Poi C’è Cattelan, progetto che non ha mai nascosto essere il suo programma preferito:
’Non nego che per stare in TV serva tanto ego. E Poi C’è Cattelan è pura rappresentazione di me stesso. Qualcosa di molto più egocentrico di chi vuole andare in TV solo per vedere la propria faccia, ma è un egocentrismo più accettabile. EPCC ha l’obiettivo di avvicinarsi alla mia visione di leggerezza”.
Conclude l’intervista con una sorta di bilancio:
‘Dopo anni in cui non mi si è filato nessuno dovrei essere contento. Prima di arrivare a fare le cose che mi piacciono ho partecipato a programmi di cui mi vergognavo e a trasmissioni con lo zero percento di share, roba che non vedevano neanche i parenti. Oggi mi fa felice incontrare qualcuno che sa leggere il lavoro che provo a fare. Faccio questo mestiere da vent’anni e ancora mi chiamano giovane rivelazione!”.
E su un eventuale abbandono delle scene afferma:
“Se mi dessero gli stessi soldi per stare a casa, pur mancandomi EPCC, saprei vivere benissimo, un’altra passione la troverei. Anche se si annuncia la dipartita della TV, sono certo che il mezzo saprà sopravvivermi!”.
Impegnato attualmente con i Live della decima edizione di X Factor (in onda su Sky Uno ogni giovedì sera), tornerà in video a febbraio con la quarta edizione di E Poi C’è Cattelan, da quest’anno appuntamento quotidiano, dal lunedì al venerdì in seconda serata.
1. Luca ha scritto:
13 novembre 2016 alle 15:58