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novembre

DAGO IN THE SKY: ROBERTO D’AGOSTINO TORNA SU SKY ARTE, TRA RELITTI PERFETTI ED EGOMANIE

In Principio fu il Pene - Dago in the Sky

In Principio fu il Pene - Dago in the Sky

In principio fu il pene. La cosmogonia digitale di Roberto D’Agostino inizia dalla carnalità e arriva fino alla spiritualità moderna, cioè al culto inebriante ed illusorio del proprio io. Sarà di nuovo un viaggio attuale e variopinto quello presentato in tv dal giornalista romano, che da venerdì 11 novembre alle 20.45 tornerà su Sky Arte con Dago in the Sky. Sette gli appuntamenti in programma (dopo le prime tre puntate della primavera scorsa), per proporre “una tv che appartenga al presente, multitasking, contemporanea allo smartphone“.

L’obiettivo dichiarato da mister Dago è infatti quello di riuscire per 30 minuti (la durata del programma) a non far venir la voglia allo spettatore di afferrare il telefonino. Ogni appuntamento coniugherà piacere estetico e sapere interdisciplinare, secondo quello che – dopo la visione delle prime punate – avevamo definito un grande selfie efficace e non solo un Cafonal sociale (leggi la recensione).

PRIMA PUNTATA – Come anticipato, il nuovo ciclo di Dago in the Sky partirà con una puntata dal titolo In principio fu il pene, viaggio su arte e omosessualità da Michelangelo a Leonardo, da Botticelli a Donatello, dal Bazzi detto il Sodoma a Caravaggio. L’iconografia omosessuale era intenzionale o è solo una sovrapposizione della nostra epoca? Questa la domanda a cui risponderanno la grecista Eva Cantarella a Vittorio Sgarbi, che D’Agostino ha incontrato 25 anni dopo lo schiaffo in tv.

SECONDA PUNTATA – La settimana successiva, D’Agostino racconterà Il relitto perfetto, insinuando il dubbio che lo sviluppo tecnologico, tra social e app, Facebook e Snapchat, stia  svuotando la democrazia. I politologi Ilvo Diamanti Luigi Ceccarini e la sondaggista Alessandra Ghisleri saranno gli ospiti della puntata.

TERZA PUNTATA – Carlo Cracco cucinerà per Dago una sapiente omelette nel corso della terza puntata: Il palato immaginario. Il conduttore e il cuoco si chiederanno come mai il cuoco stesso abbia smesso di essere semplicemente tale e sia diventato chef, mentre il cibo è diventato food? Oltre a Cracco, discetteranno sulla ‘religione del food’ Massimo Visintin, il gastro-critico mascherato, e l’esperta Cristiana Lauro.

QUARTA PUNTATALa ricchezza ti fa scemo, sui cresi spesso cretini e sceicchi soventi sciocchi che amano ostentare sui social le loro fortune. Come siamo passati da Rockfeller ai Rich Kids of Instagram? Cosa è successo nella nostra società se i balletti sgangherati di Gianluca Vacchi ipnotizzano 2 milioni e mezzo di follower?

QUINTA PUNTATA – Ultrash! è il tema della quinta settimana di programma. Il cattivo gusto – che ieri era blindato nel cassonetto delle vergogne, si pone invece come modo di essere, trionfante stile di vita. Di più: secondo il professore di estetica Abraham Moles, “Il Kitsch è l’arte della felicità”.

SESTA PUNTATA – Nella successiva puntata L’uomo illustrato (corpi in cerca di share) si parlerà della filosofia del piercing, del tatuaggio, della body art. A teorizzare il corpo mutante il critico d’arte Achille Bonito Oliva (il tatuaggio è “campo di meraviglia e trappola dello sguardo e della seduzione, mezzo di rallentamento della disattenzione di massa”) e l’antropologo Marino Niola svelerà il perché e il percome di tale tribalismo post-moderno.

SETTIMA PUNTATA – “Da Dio a d’io (meno religione più spiritualità) chiuderà il ciclo di Dago in the Sky. Si parte dalle parole del Dalai Lama davanti alla strage Isis del Bataclan di Parigi: “Sarebbe meglio se non ci fossero le religioni”. Un auspicio che i millenials, i giovani nati a partire dal 1980, hanno accolto abbracciando una spiritualità legata all’esperienza personale. Ospiti: Vito Mancuso, Corrado Pensa e Pietrangelo Buttafuoco.

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