20
ottobre

I FATTI VOSTRI: PIPPO BAUDO RACCONTA LA STORIA DELLA TV TRA SCANDALI E RIMPIANTI

I Fatti Vostri

Ha condotto per 13 volte il Festival di Sanremo e per altrettante 13 volte Domenica In. Si può dire che qualche record lo può vantare anche Pippo Baudo, l’unico superstite dei “quattro moschettieri della tv”. Da ieri e ogni quindici giorni, tornerà a far compagnia al collega-amico di sempre, Giancarlo Magalli, all’interno de I Fatti Vostri, con una lunga rubrica (dura più di mezz’ora) che non poteva intitolarsi in altro modo: “Storie della televisione”.

Dal sapore un po’ vintage e un po’ tv nostalgia, il primo appuntamento ha riportato lo spettatore indietro nel tempo ricordando le parole bandite agli inizi della televisione come parto, alcova, membro, verginità, seno, pollo ecc. Dal “petto alla coscia” si procede per scandali con lo storico balletto scosciato della ballerina Alba Arnova ne “La Piazzetta” di Mario Riva alla fine degli anni 50, passando per le danze altrettanto “provocanti” di Heather Parisi più di vent’anni dopo, fino alla famosa “farfallina” di Belen, risalente a pochi anni fa.

Inoltre, largo all’autocelebrazione del duo Baudo-Magalli, rievocando gli show di cui sono stati protagonisti, con “Mille lire al mese” (1995) e “Papaveri e papere”, entrambi di Michele Guardì, sui quali, grazie alla sagacia che lo contraddistingue, il padrone di casa commenterà: “…anche lì, tu mi hai sempre maltrattato”. Viene anche riesumata una scheda di valutazione, dopo il primo provino del presentatore di Militello, firmata dai registi Antonello Falqui e Lino Procacci che dice: “Buona presenza, buon video, discreto nel canto, suona discretamente il pianoforte. N.B. Può essere utilizzato per programmi minori. Non andrà esattamente in questo modo…

E così tra vecchie glorie e i soliti rimpianti “di quando Canzonissima poteva vantare ben 100 cantanti in gara” o ancora “dell’epoca in cui non eravamo noi a comprare i format dall’estero ma erano gli altri paesi a venire a comprarli da noi”, Baudo si riscopre “accademico del piccolo schermo” e inizia a raccontare se stesso lungo la seconda metà del secolo scorso di cui è stato assoluto protagonista in tv. E fa un effetto strano rivederlo completamente “imbiancato”, sotto gli stessi riflettori che l’hanno reso celebre ma nella veste del vecchio saggio del tubo catodico. Ma chi del resto meglio di lui può raccontare al telespettatore la storia della tv?

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