In campo nel segno della pace, è questo l’obiettivo che si prefigge La partita della pace – Uniti per la Pace, seconda competizione benefica di calcio voluta da Papa Francesco a sostegno dei programmi educativi e sociali di Fondazione Scholas Occurrentes, Centro Sportivo Italiano, Unitalsi e Amlib.
L’evento sarà trasmesso in diretta da Rai1, questa sera a partire dalle ore 21.15, con la conduzione di Milly Carlucci; i commenti tecnici saranno affidati al telecronista Alberto Rimedio e all’attore Max Tortora insieme alla collaborazione dei giornalisti di Rai Sport Marco Mazzocchi e Alessandro Antinelli. A scendere in campo saranno tanti campioni del mondo e vere e proprie leggende del calcio tra cui Diego Armando Maradona, Francesco Totti, Ronaldinho, Felipe Anderson, Cafù, Rui Costa, Burdisso, Antonio Di Natale, Hernan Crespo, Edgar Davids, Gianluca Zambrotta e Fabio Capello.
Papa Francesco, lanciando ufficialmente nei mesi scorsi quest’evento, si è rivolto a tutti i giovani del mondo, sottolineando il valore del calcio e dello sport per sostenere l’educazione e rendere possibile la cultura dell’incontro per la pace anche nel gioco e nell’arte. Lo scopo della partita è quello di finanziare, tramite una raccolta fondi, numerosi progetti benefici, tutti con il comune obiettivo di creare una cultura della Pace, intesa come un momento di giustizia sociale, di accesso per tutti, in particolare bambini e giovani a cui spesso, in più parti del mondo, vengono negati i servizi basici di istruzione, assistenza e formazione.
Per dare il proprio contribuito e sostegno alla raccolta è attivo fino al 16 ottobre il numero 45512, tramite il quale si potranno donare, da cellulare o rete fissa, da 2 a 10 euro e si finanzierà il progetto Uniti per la Pace, volto a migliorare le condizioni di vita di bambini, bambine e giovani delle periferie di tutto il mondo. In Italia, attraverso il Csi si sosterrà la popolazione di Amatrice colpita dal terremoto lo scorso 24 agosto, attraverso azioni concrete per la riattivazione delle strutture sportive di base e oratori, formando educatori e istruttori. Ma non solo, sempre attraverso i valori dello sport si metteranno al centro dell’attenzione le periferie italiane e argentine, con i bambini diversamente abili e le loro famiglie (per aiutarli concretamente nella fruizione dei servizi di assistenza) e nelle periferie di Kinshasa (per una formazione educativa e cultura le che li accompagni nelle scelte del futuro).