8
luglio

LA FORZA DEI CAPELLI BIANCHI

Daria Bignardi

Il fatto che l’ottantenne Pippo Baudo sia stato scelto come direttore artistico e conduttore di Domenica In per la prossima stagione tv ha fatto storcere il naso a molti. “Resti a casa“, hanno detto. “Faccia spazio ai giovani“, hanno sentenziato. La prima domanda che verrebbe da porre è: quali giovani, esattamente? Chi, tra le nuove leve della tv, sarebbe in grado di gestire il pomeriggio domenicale rivolto alle famiglie? Praticamente nessuno. Perchè ci sono programmi e programmi e quei pochi giovani conduttori che ultimamente si sono rivelati validi, lo hanno fatto perchè inseriti in contesti congeniali ad ognuno di loro: la tradizionale Domenica In su Rai1 difficilmente lo sarebbe. Senza contare che gli anni d’oro della domenica pomeriggio sono finiti e se, fino a ieri, approdare al dì festivo era una promozione, oggi è una bella gatta da pelare. Ma non è questo il punto.

L’ottantenne Pippo Baudo alla guida di Domenica In

Il punto è che nella vita “normale” arriva un momento in cui in pensione ci devi andare per forza (se sei fortunato ad aver accumulato abbastanza contributi in una vita di lavoro), ma in alcuni ambiti, per esempio nel mondo dello spettacolo e in generale nelle opere di ingegno, così non è, perchè il talento e il genio vanno oltre le date, non hanno tempo e sono a loro modo eterni. Pensiamo a Rita Levi Montalcini o Margherita Hack, che hanno avuto voce in capitolo finché una voce l’hanno avuta, oppure, per restare nel mondo della tv, a Piero Angela.

Per taluni anche loro avrebbero dovuto/dovrebbero fare spazio ad altri per dare ad ognuno un’opportunità, ma sarebbe un controsenso: lasciare a casa qualcuno che ha forza, volontà, idee e molto più entusiasmo della maggior parte dei debuttanti di oggi, soltanto perchè ha i capelli bianchi, sarebbe solo un’antidemocratica democrazia. Nonché, se vogliamo, una forma di razzismo, dove la razza sbagliata sarebbe la terza età.

Il look “invecchiato” di Daria Bignardi

L’odiata e noiosa “vecchiaia”, invece, ha in sé delle risorse importanti, una su tutte l’esperienza (e per rimettere in piedi Domenica In ci vuole molta ma molta esperienza). L’esperienza è una forma di certezza, garanzia di sicurezza, di preparazione, qualcosa che rende affidabili, che diventa sinonimo di serietà. Una serietà che parte dall’immagine e che alcuni, addirittura, vogliono, cercano a forza.

A tal proposito ha molto incuriosito la scelta di Daria Bignardi, una stimata professionista abituata ad apparire in video che, una volta passata dall’altra parte della barricata e diventata direttore di rete, ha sentito la necessità di cambiare look ed eliminare qualunque fronzolo inutile dal suo aspetto, rinunciando quasi al trucco, tagliando i capelli e mostrandone striature argentee che mai le avevamo visto. La Bignardi, in poche parole, ha invecchiato la propria immagine, e ci viene il sospetto che lo abbia fatto proprio per essere presa maggiormente sul serio.

Forse, allora, sarebbe il caso di applaudire chi dopo una certa età riesce ancora a dare e fare perchè, signori, la cosa invece di indispettirci dovrebbe rincuorarci: arrivare ad ottant’anni ed oltre in buona salute, dopo tutto, è l’obiettivo primario di ognuno di noi.

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12 Commenti dei lettori »

1. gianni ha scritto:

8 luglio 2016 alle 15:06

ok tutto, ma daria bignardi ha scelto questo look perchè è radical chic fino al midollo. Da tempo si sentiva inadatta (leggasi: superiore) a fare la conduttrice; si sente ormai scrittrice e intellettuale non una giornalista prestata al pop. Finalmente ha trovato la collocazione ideale al suo modo di pensare: la direzione della rossa rai3. e allora taglio netto col passato, finalmente si può abbigliare da signora borghese e de sinistra in salsa salotto radical milanese



2. Dalila ha scritto:

8 luglio 2016 alle 15:16

Concordo su tutta la linea.



3. Rocco ha scritto:

8 luglio 2016 alle 16:01

Che brutto articolo si paragona montalcini alla tv e che doveva dare spazio ai giovani. Mi fa impressione leggere quella frase.
Ci sono tanti giovani federico russo, arianna ciampoli oppure affidare ogni puntata a un conduttore giovane mai conosciuto e alla fine premiare il migliore come in un talent show
Perché ridare questo programma ad uno di ottanta anni i giovani non ci saranmo tanti in tv ma quelli fuori che non ci sono potuti entrare e bravi ci sono



4. osservo ha scritto:

8 luglio 2016 alle 16:49

Io sono favorevole al ritorno di Baudo; spero tuttavia che ad affiancarlo non scelga una bella statuina; spero possa essere una nuova “l’ho inventata io” una di cui potrà assere poi fiero.

Per la serie “largo ai giovani” sarebbe stato bello (o magari lo sarà) che lo stesso Baudo non conduca l’intero programma, ma che ne dia una parte in mano totalmente all’altra presenza, ovviamente con la sua supervisione artistica.

(il look della Bignardi, ehehe…fa molto radical, più che “vecchia saggia” bisogna ammetterlo)



5. roberto ha scritto:

8 luglio 2016 alle 17:32

Come disse villanamente baudo a Vianello quando condusse Sanremo a 78 anni…condurrà dall’aldilà. A 80 non si è ancora stancato di appropriarsi di un programma rubato ai primi anni 80 a Corrado per favori politici. L’uomo che ha inventato il furto in tv non abdica e gli spettatori pronti ad applaudirlo sempre.



6. Michele ha scritto:

8 luglio 2016 alle 18:41

Io rimango della mia idea:si poteva dare domenica in ad un volto giovane che in realtà ce ne sarebbero solo che non trovano posto perché ce gente che non schioda dopo 50 anni e passa; in America colonne portanti della tv come David Letterman e Jay Leno si sono fatti da parte perché hanno riconosciuto che avevano ormai dato tutto quello che potevano dare ed entrambi sono molto più giovani di Baudo in realtà è che l’Italia è una Repubblica fondata sulla prostata e la Rai ne è la perfetta immagine, anche con Campo Dall’Orto a sto punto ripristinassero le annunciatrici ma non la Silvestrin e la Andreatta ma la Orsomando, la Cannuli, la Gambineri e la Vaudetti così per coerenza editoriale e poi ci si chiede perché i giovani emigrano tutti….



7. elsa ha scritto:

8 luglio 2016 alle 20:22

una RAI che torna al barocco.



8. Gianni ha scritto:

8 luglio 2016 alle 23:53

Il capello grigio delle donne! Esiste qualcosa di più femminista e snob?
Ancora qualche anno e , presa ancora più sicurezza, abbandonerà il make up e qualunque abbellimento perchè ai suoi occhi sono tutti strumenti oppressori del regime fallocratico maschilista!
Le donne devono riappropiarsi del loro corpo e non essere oggetti costretti ad assecondare i desideri maschili!
E quindi via make up, via colorazione dei capelli, via depilazione delle ascelle e intima, via gonne e scollature e qualunque tipo di tacco!
La donna di sinistra femminista si veste coi sacchi di juta e solo con ciabatte da tedesco. Ha i capelli grigi e i baffi! Tutto questo solo per vendetta verso gli uomini non perchè ci credono veramente.

Vi sembra che ho scritto tutte stronzare vero? Si lo so ho esagerato ma vedrete che questa “filosofia di vita” si insinuerà sempre più nella nostra società, oggi come negli anni 70. Poi passerà di moda e tutto tornerà come prima e le donne torneranno a farsi la guerra per accaparrarsi il più bello e ricco a colpi di coscia..corsi e ricorsi.



9. Andrea ha scritto:

9 luglio 2016 alle 02:10

ecco il motivo per il qualche le generaliste hanno vita breve… e il web farà sempre più largo.
Vedremo che accadrà



10. Marco ha scritto:

9 luglio 2016 alle 11:00

Personalmente reputo i suoi capelli grigio topo davvero antiestetici.
Almeno un minimo di cura dell´estetica ci vuole, anche a 80 anni e non solo per le donne.



11. Erodiochannel ha scritto:

11 luglio 2016 alle 18:10

Al di là degli esempi fatti e dei personaggi coinvolti, la terza età, televisivamente parlando, ha un senso. 2 ore di Domenica in a Baudo ( che puo’ anche non piacere s’ intende) non sono uno scippo clamoroso ai giovani…. Per anni hanno cercatp formule nuove, ma ho sempre pensato che le Domeniche in perfette erano e resterannp quelle di Baudo, Corrado e Venier



12. Stefania Stefanelli ha scritto:

11 luglio 2016 alle 18:23

@Rocco: mi sa che l’hai letto con poca attenzione l’articolo. Si paragona la Montalcini alle altre persone anziane e non si dice che avrebbe dovuto lasciare spazio ai giovani ma l’esatto contrario.



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