7
luglio

REFERENDUM COSTITUZIONALE, MONICA MAGGIONI: NO ALLA “LOGICA DEL CRONOMETRO” IN RAI. BRUNETTA ALL’ATTACCO

Monica Maggioni

La sfida sul referendum costituzionale è già iniziata. Mancano ancora alcuni mesi all’appuntamento elettorale di ottobre, ma sin da ora si capisce che il piccolo schermo avrà un ruolo decisivo sull’esito del voto. I favorevoli e contrari alla riforma, infatti, si stanno già contendendo gli spazi televisivi disponibili per la propaganda e non è un caso che ieri, 6 luglio, la presidente della Rai, Monica Maggioni, sia stata audita in Commissione di Vigilanza per esporre il modus operandi di Viale Mazzini in relazione all’informazione referendaria.

Nelle scorse settimane il Presidente della Vigilanza, Roberto Fico, aveva denunciato uno “squilibrio preoccupante” tra le posizioni in campo, riportando alcuni dati Agcom da lui stesso visionati.

Nei telegiornali della televisione pubblica dal 20 aprile al 6 giugno 2016 i sostenitori del sì hanno avuto quasi l’80% del tempo di notizia (ovvero 8 ore pari al 78%). I sostenitori del no hanno avuto il 22% (ovvero 2 ore e 20 minuti)” aveva denunciato Fico.

E proprio sul tema del tempo di parola dedicato alla consultazione referendaria, ieri Monica Maggioni ha espresso la posizione che Viale Mazzini intende tenere.

Al di là delle regole Rai deve essere in grado di dare un equilibrio sostanziale alle varie posizioni e spiegare qual è la posta in gioco delle varie posizioni. Io non credo alla logica del cronometro, si tratta di accompagnare il Paese a prendere una decisione seria. Diamo le spiegazioni, non costruiamo le etichette per poi appiattirsi su quelle, dobbiamo spiegare di cosa si parla” ha dichiarato la Presidente Rai.

Maggioni ha inoltre ha evidenziato come dall’ultima tornata elettorale delle amministrative ad oggi i tempi di parola relativi alla politica sono stati di 986 ore, mentre al referendum ne sono state dedicate 22. “E’ il 2 per cento del tempo di parola, un tempo piccolo” ha detto, aggiungendo che è dunque fuorviante utilizzare alcuni dati per fini diversi da quelli della par condicio.

Il dibattito sul referendum, infatti, non rientra nel periodo in cui è prevista la par condicio, ed è proprio su questo punto che Renato Brunetta – presente all’audizione della Presidente Rai – ha avanzato le proprie critiche. L’onorevole forzista ha parlato di “campagna referendaria fuori da ogni regola” ed ha chiesto alla Commissione di Vigilanza un intervento urgente, che potrebbe concretizzarsi in un atto di indirizzo oppure nel recepimento di uno schema di regolamento (già considerato in passato) che sostanzialmente estenda la par condicio anche ai periodi non elettorali.

Brunetta ha poi bacchettato la Rai in riferimento ad alcune trasmissioni che, a suo giudizio, avrebbero favorito il fronte dei favorevoli alla riforma costituzionale.

E’ sufficiente ricordare, tra i tanti, due episodi che ritengo assolutamente aberranti: l’intervistona, senza contraddittorio al presidente emerito Napolitano ospite da Fazio, uno vero e proprio ‘spottone’ senza fine a favore del ‘sì’ al referendum; poi la prima serata di RaiUno del 2 giugno con la messa in onda in replica di Roberto Benigni e della sua lezioncina sulla Costituzione, con tanto di pistolotto iniziale a favore del ‘sì’, per la serie, sarà pure la Costituzione più bella del mondo, intoccabile quando al governo c’era Berlusconi, ma ora con Renzi si può anche cambiare. Ci piacerebbe sapere come sono stati conteggiati dalla Rai questi episodi

L’onorevole ha infine chiesto che vengano resi pubblici i dati sulle tv private, perché – ha aggiunto – “è probabile che gli squilibri di queste ultime, a proposito di referendum siano ancora più evidenti rispetto alla Rai“.

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