Non bastano i buoni risultati dei primi 9 mesi del 2009 a migliorare la situazione finanziaria di Telecom Italia Media. L’avventura televisiva di Telecom, annunciata come un evento colossale, si è rivelata un vero buco nell’acqua che ha portato l’azienda a dover fronteggiare un debito superiore ai 300 milioni di euro. Oltre ai prevedibili licenziamenti, non ultimi quelli di La7 e MTV, Ti Media ha tentato di risollevare le proprie casse vendendo la piattaforma pay agli svedesi di AirPlus TV.
Ma tutto ciò, comunque, non è stato sufficiente. E ad aguzzare la vista ai primi segnali di fumo è stato l’amico di tutti Tarek Ben Ammar: socio di Telecom Italia, coproprietario con Mediaset della tunisina Nessma TV, amico di Silvio Berlusconi e di Rupert Murdoch. Un personaggio chiave, quindi, che ha avuto l’arduo compito di spostare le pedine del digitale terrestre evitando di danneggiare i colleghi. Il risultato è un quadro piuttosto curioso e interessante: Telecom ha affittato la propria banda ad Ammar per Sportitalia e Sportitalia 2 e a Mediaset per Mediashopping, Ammar – invece – ha affittato l’intero multiplex di cui è proprietario (DFree) a Mediaset per i canali Mediaset Premium.
Un quadro temporaneo, sia chiaro, che andrà a modificarsi con gli switch-off regionali. Nel frattempo si è concretizzata l’ipotesi – per Telecom – di abbandonare totalmente il mercato televisivo e vendere a terzi le proprie frequenze, mantendendo in vita le sole La7 e MTV. Interessati all’acquisto figurano i soliti noti: Sky e Tarek Ben Ammar. Alla prima, monopolista sul satellite (e al lavoro sul canale Cielo, in partenza il 1 dicembre), non è permesso scendere direttamente sulla Terra fino al 2012. Ma il suo nome tra i “papabili acquirenti” ha impaurito i piani alti di Mediaset che, di tutto punto, hanno incarito l’onnipresente Tarek Ben Ammar ad avanzare una controproposta d’acquisto. “Solo rumors” hanno sentenziato i diretti interessati e la stessa Telecom Italia, per non far torto agli amici, ha puntato ad un’altra soluzione…
“Del doman non v’è certezza”, diceva Lorenzo De’ Medici, ma v’è sicuramente speranza. Giovanni Stella, AD di Telecom Italia Media, ha infatti deciso di sospendere la vendita del reparto “Broadcasting” ritenendo le offerte “non adeguate” dal punto di vista economico. La speranza, in realtà, è che i 3 mux in possesso possano crescere di valore con la diffusione dei decoder nelle case degli italiani. Non solo: Telecom ha presentato ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per la mancata assegnazione di un quarto mux digitale richiedendo un risarcimento di 240 milioni di euro oppure di 1 milione e 640 mila euro per ogni anno di ritardo nell’assegnazione (pari, non a caso, al debito che l’azienda porta sul groppone).
Un futuro ancora tutto da delineare, dunque, per Telecom Italia stretta nella morsa dei giochi politici. Qualsiasi decisione, infatti, sembra possa provocare lo scoppio dell’ennesima guerra televisiva tra i due colossi commerciali, Mediaset e Sky. Gli interessi che ruotano attorno all’affaire Telecom (e al settore Media) si spostano da destra a sinistra indifferentemente e giungono addirittura oltreconfine: aspettare, dunque, è l’unica soluzione.
1. stefano66 ha scritto:
7 novembre 2009 alle 17:02