Eravamo pronti a tutto. Prima di sintonizzarci sulla terza edizione di Nemico Pubblico avevamo persino indossato ginocchiere e parastinchi: da un programma di satira che si preannunciava politicamente scorretto ci saremmo infatti aspettati qualche graffio sferzante o un colpo basso in grado di stenderti dalle risate. Invece niente. Il ritorno in tv del programma di Giorgio Montanini non ha riservato particolari guizzi, al di là di qualche battuta azzeccata (ma non certo trasgressiva) pronunciata dallo stand up comedian marchigiano.
I monologhi del comico rimangono la parte più pregiata dello show. Montanini sa intrattenere il suo pubblico, ma sembra rinunciare a battute davvero urticanti e indicibili, come invece vorrebbe la tradizione della stand up comedy. I temi affrontati nella prima puntata riguardano la droga, la religione e in parte il sess0, ma anche in questo caso la satira non è mai spietata, anche perché colpisce in una sola direzione: quella culturalmente opposta ai telespettatori più progressisti.
In una candid camera del programma, ad esempio, alcuni passanti vengono invitati a sottoscrivere una proposta sulla liberalizzazione delle armi per farsi giustizia da soli. L’effetto è chiaramente grottesco, ma l’esperimento sociale non riesce: al banchetto della finta petizione, infatti, si accosta solo qualche anziano confuso e sono le provocazioni degli attori stessi a far concludere lo sketch in caciara. A metà della trasmissione appare anche Pupo, di cui viene mostrato l’ultimo disco: il cantante se la ride divertito.
Tra le novità introdotte a Nemico Pubblico c’è Reparto Paternità, una sketch comedy che dissacra la figura paterna evidenziando gli aspetti contraddittori dei genitori e della famiglia tradizionale italiana. Caspita, che irriverenza. E poi c’è Il Musical, una scenetta cantata che prende di mira alcuni aspetti della contemporaneità. Nella prima puntata, gli attori hanno intonato “più cresci e più diventi di destra“, ironizzando sul passaggio dal sano idealismo giovanile ad una senilità fatta di atteggiamenti intolleranti, razzisti, omofobi. “Vivrai di cinismo e di qualunquismo” cantano gli artisti, declamando una serie di cliché.
Fatta eccezione per qualche freddura irritante (e quindi ben riuscita), Nemico Pubblico delude le aspettative perché annacqua il vero spirito della stand up comedy: non si più essere politicamente scorretti e politicamente orientati allo stesso tempo.
1. Andrea ha scritto:
13 giugno 2016 alle 11:29