Siamo in democrazia e a quella ci appelliamo per mantenerci stretti la libertà, in tv come nella vita: ognuno è libero di guardare ciò che vuole e detestare ciò che vuole, complice l’amico telecomando. Almeno in teoria. Perché, invece, nella pratica è un continuo giudicare ciò che gli altri seguono, il programma che guardi finisce per dire un po’ ciò che sei, e tu, che magari ti sintonizzi su Uomini e Donne solo per farti delle grasse risate, diventi automaticamente per gli altri una signora annoiata in cerca di emozioni spicciole.
La tv sottopone tutti al giudizio, chi la guarda ma soprattutto chi la fa. Del resto, un tempo era dov’è per insegnare al pubblico qualcosa, come leggere e scrivere. E così, se sei un volto noto, devi mettere in conto anche l’essere additato per tutto ciò che fai e per come sei, perché sul piccolo schermo, di fatto, vendi la tua immagine, anche se la usi per far sentire la tua voce o esprimere un’idea politica.
L’immagine è tutto, l’abito fa il monaco. Per questo Daria Bignardi finisce con lo stabilire che le giornaliste di Rai 3 debbano tenere un look sobrio, perché lei vuole che la sua rete sia sobria e deve esserlo a partire dall’immagine, altrimenti tutto il resto sa di bluff. Questo spinge però a diventare tutti un po’ comari e guardare i programmi facendo le pulci alle protagoniste, bocciandone i look e le gaffe senza pietà: in una tv fatta di talent e coach si diventa tutti giudici inflessibili, che notano tutto e non perdonano niente, che sanno cosa va bene e cosa no, cosa è in e cosa è out, che fanno l’analisi logica di ogni frame.
Poi succede che in un tranquillo martedì sera vada in onda il nuovo appuntamento con la sanguinaria Gomorra e la boss Scianel (sì, scritto proprio così) si metta a cantare con le cuffie alle orecchie impugnando come microfono un vibratore tutto d’oro. E succede che quella scena diventi subito cult, faccia esplodere la rete, mobiliti giornalisti e commentatori che ci leggono dentro chissà quale significato recondito. Facendo indignare una sola persona, ovvero Cinzia Oscar, la cantante neomelodica (che sobria non è stata mai), che si dice risentita per il fatto che una sua canzone sia stata usata come colonna sonora della scena, minacciando di denunciare la produzione.
E mentre tutti applaudono estasiati per la vetta più alta che il trash abbia raggiunto, tutto il resto perde di senso. E il fatto che Vanessa Incontrada ai Wind Music Awards 2016 indossasse una mise improbabile diventa roba di poco conto, il fatto che Laura Pausini si comporti talvolta in video come se fosse alla sagra della porchetta non scandalizza più di tanto perché c’è di peggio. C’è molto molto di peggio in questa tv.
E viene per un attimo da dubitare della tanto difesa democrazia, se è questo quello che buona parte del pubblico vuole vedere. Anzi: la tv, che un tempo era maestra e poi è diventata secondo taluni cattiva maestra, assume sempre più spesso i connotati di uno psichiatra abile con il quale non ci vergogniamo a tirare fuori il peggio di noi, con il quale ammettiamo placidamente che vedere uno che ammazza la moglie a mani nude sulla spiaggia non ci ripugna, e che nel fittizio scontro tra clan targato Sky noi ci schieriamo con tanto di hashtag, augurandoci che vinca l’uno o l’altro criminale.
Tanto, a perderci, è solo lo stile. Mentre la visibilità aumenta a più non posso (ma a quale prezzo?).
1. xxxxx ha scritto:
10 giugno 2016 alle 14:53