Ballando con le Stelle ha ben undici primavere alle spalle. Undici stagioni sono un traguardo importante, non sono molti infatti i programmi di prima serata che superano il varco della doppia cifra. Tuttavia, l’età che avanza porta pericolosamente con sé quella saggezza ridondante che se non dosata rischia di passare per mera ripetizione della solita abitudine.
Lungi dall’attribuire allo show ballerino critiche feroci, vogliamo anzi riconoscere che la signora Milly Carlucci ed il suo staff si sono portati a casa ancora una volta un’edizione di Ballando che, a modo suo, ha lasciato il segno. Il celebrity talent di Rai1 può, infatti, dire di aver perso con onore la battaglia degli ascolti contro la corazzata De Filippi e di aver portato in scena uno spettacolo “pulito”. Ballando con le Stelle, inoltre, è capace come pochi altri di far risplendere le stelle del proprio parterre. Chi conosceva Luca Sguazzini prima dello scorso mese di febbraio? E in quanti sapevano il vero nome del bonus di Avanti un altro, Daniel Nilsson? E chi avrebbe saputo accostare un volto chiaro al nome Michele Morrone? Ora tutto ciò è routine. Così come la redenta Platinette, l’ultrasensibile Asia Argento e la giudice non tecnica ma allo stesso tempo ingiustamente attaccata Selvaggia Lucarelli, i personaggi che passano attraverso l’officina di Ballando si vestono di una patina nuova, decisamente più bon ton, anche quando sono coinvolti nelle polemiche. Il cast rimane infatti il vero punto di forza dello show, concorrenti e giurati inclusi, perchè in fondo tutti fanno parte di quella famiglia catodica che il generale Carlucci ospita sulla propria pista. Figurano inoltre Paolo Belli, non particolarmente brillante in quest’annata, la voce fuori campo di Foxy John sempre più anacronistica e quell’accostamento che sa tanto di ricambio generazionale fra i commenti all’antica di Sandro Mayer e le frecciatine sin troppo sottili di Valerio Scanu.
L’avanguardia c’è, ma ancora non si vede; non si può dire, infatti, che Ballando non abbia cercato in ogni modo di rinnovarsi. Tentando di approcciare i più giovani attraverso un’alta interazione sui social network, arrabattandosi alla bene e meglio con escamotage salva auditel e non rinunciando alla solita sequenza liturgica e scenografica, Milly Carlucci ha cercato di accontentare tutti: grandi e piccini, giovani e vecchi, matricole e veterani. Menzione speciale anche per le musiche, che soprattutto nella finale sono state moderne come non mai. Il vento di novità, però, paradossalmente si è riversato tutto in quello spazio virtuale composto dai canali social nei quali lo show danzante ha guadagnato terreno, restando invece impantanato nei soliti schemi per quanto riguarda l’identità e la struttura televisiva. Si avverte impellente, difatti, la necessità di rinnovarsi anche sul fronte televisivo dei contenuti, superando la sfilata lenta e ripetitiva di esibizioni, introducendo prove a sorpresa non già proposte gli anni precedenti o prove dal sapore tra l’antico e il kitsch. E qualche volta non guasterebbe far scorrere il flusso dialettico delle polemiche legate al ballo.
Visto che un’altra stagione ci sarà, non ci resta che augurare a Milly e ai suoi autori di affinare la mira per concretizzare quel restyling necessario a rimanere in pista…
1. Giorgio ha scritto:
26 aprile 2016 alle 17:24