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aprile

Cucine da Incubo 4: uno «Stuzzichino» controverso per Cannavacciuolo. Ecco com’è oggi il ristorante

Antonino Cannavacciuolo

Nuovo appuntamento questa sera sul canale Nove con la quarta stagione di Cucine da Incubo. Nella sesta puntata lo Chef Antonino Cannavacciuolo sarà impegnato a Milano, nel cuore del quartiere Isola – nuova meta della movida milanese – per provare a mettere ordine nella gestione de Lo stuzzichino, la cui storia è inscindibilmente legata a quella di una famiglia di migranti egiziani arrivati in Italia sperando di far fortuna.

Cucine da Incubo 4: il ristorante “Lo stuzzichino”

E’ il 1981 quando Boules (Paolo) giunge a Milano con la moglie Laurice. Dopo una serie di lavori, svolti tra Milano e provincia, Paolo si avventura nell’esperienza di un bar, insieme a un socio. Il desiderio di dare un futuro alla primogenita Preskella e a Raffaella, la seconda figlia in arrivo, lo spingono a reinventarsi come cuoco e a rilevare, nel 1994, Lo Stuzzichino una piccola attività in un luogo strategico, ricco di operai. Nei primi tempi il locale, che all’epoca è un self-service, si rivela un vero e proprio affare, ma la crisi non tarda ad arrivare. Paolo però non si perde d’animo. Vuole far crescere le sue figlie in Italia, terra che ormai anche lui e Laurice amano come fosse il loro paese natale. Cerca quindi di differenziare l’offerta e dà il via a una serie di esperimenti culinari, che ancora oggi sono la politica dominante de Lo Stuzzichino: “piatti speciali” che propongono un abbinamento tra la cucina di vari paesi. Insomma, un potente mix multiculturale che si dimostra, però, non sempre vincente.

Malgrado gli sforzi per adeguare la sua cucina a una zona in evoluzione e, di conseguenza, ad una clientela che negli anni si è raffinata, diversificata ed è diventata sempre più esigente, gli avventori de Lo Stuzzichino sono casuali e non si fidelizzano. Paolo è stanco e demotivato e sembra non capire che i problemi che affliggono il suo locale sono di diversa natura. Lui, infatti, tende ad accentrare tutto il lavoro su se stesso lasciando così poco spazio d’azione e scarso potere decisionale ai suoi familiari/collaboratori. Dello staff fanno parte sua moglie Laurice (molto fiera del marito), come responsabile di sala, le figlie Priska e Raffaella, aiuto cuoca la prima e cameriera la seconda, e Mina, marito di Priska, che collabora con la suocera e la cognata in sala come cameriere. A scontrarsi con la mentalità del padre è soprattutto Priska, che divide la cucina con lui. Priska vorrebbe dare una sferzata di aria fresca al locale, ma trova la resistenza di Paolo che vede Lo Stuzzichino come una sua creatura e non è disposto a scendere a compromessi al riguardo.

Paolo si occupa in prima persona della spesa, della cucina, della gestione del locale. Il risultato è una grande confusione durante il servizio e uno staff ormai incapace di appassionarsi al lavoro. A questi problemi si aggiunge la scarsa esperienza di tutti. Ma dipendenti più qualificati sarebbero un costo troppo alto da sostenere. E per questo, Paolo cerca di farsi carico di tutto in prima persona, salvo poi rinfacciare allo staff di essere poco presente. Peraltro, in quei pochi momenti in cui il locale è pieno, la confusione ha la meglio: Paolo perde il controllo della cucina, Priska non è abbastanza autosufficiente per prendere in mano la situazione, Laurice entra in panico in sala e cerca di intervenire in cucina e Raffaella e Mina non sanno che fare. I consigli di Chef Cannavacciuolo sono fondamentali.

Cucine da Incubo 4: l’effetto di Cannavacciuolo su “Lo Stuzzichino”

Stando alle segnalazioni e recensioni su Trip Advisor, per una volta l’avvento di Cannavacciuolo non sembrerebbe aver sortito gli effetti sperati. Lo Chef ha visitato Lo Stuzzichino a dicembre 2015, apportando modifiche al locale e al menù come al solito, ma ad oggi i clienti lamentano ancora un’identità non definita e un’organizzazione tutta da migliorare.

“Locale a conduzione famigliare in zona Isola, ambiente un po’ datato ma gradevole, l’effetto pizzeria anni ‘80 della parte superiore del locale andrebbe ripensato. Piatti pensati bene e abbondanti senza comprometterne la buona riuscita. Bene la scelta tra piatti del giorno e alla carta e buon rapporto qualità prezzo. Personale gentile ma andrebbe coordinato meglio con la cucina”

“Sono appena tornato dopo essere stato in pausa pranzo. Eravamo in sei ed abbiamo mangiato tutti in momenti diversi, io per ultimo dopo un’attesa di 30 minuti quando gli altri avevano già finito”

“Mi dispiace per la gentilezza e la carineria della Signora, ma, essendo sola, il servizio risulta lento. Il locale non ha un’identità ben precisa, cucina mediocre, anche per i piatti del giorni, frutta di mare per niente buona, e dei pochi dolci presenti nel menu, alcuni erano anche finiti. Quelli che c’erano tuttavia erano buoni. Cena insoddisfacente

Di contro, c’è chi apprezza alcune specialità della casa quali la paella e la cotoletta

“Paella buonissima, porzioni enormi, locale tutto rinnovato accogliente, pulito e piacevole.. Che dire dei gestori: squisiti!!! Complimenti!!! Grazie per l’ottima cena.. Ogni volta è una soddisfazione!”

“Sono stato allo stuzzichino più volte, l’ultima volta un sabato sera. Locale semplice e ben curato, conduzione familiare con madre e figlie a servire sempre gentili. Ho provato la zuppa di legumi. Molto buona, la consiglio. Molto buona ed abbondante la Paella, mista o di pesce. Eccezionale la cotoletta “orecchia di elefante”. Difficilmente ne avrete mangiata una più grande”



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