Mi hanno fatto sempre grande tenerezza i nostalgici. Volgere lo sguardo al passato credo sia proprio di coloro che non riescono ad andare avanti, preferendo le certezze dei tempi andati alle imprevedibili incertezze del futuro.
In TV il discorso non cambia. Peggiora. Perchè proporre uno show del passato è certamente impresa più ardua dell’inventarsene uno di sana pianta, al passo coi tempi. Lavorare su idee altrui cercando di traslarle e adattarle è materia per menti vivaci, brillanti e non comuni. In questo senso, avevo molto apprezzato l’idea di Fabio Fazio di riproporre un Rischiatutto ‘tale e quale’ all’originale. Pochi fronzoli e un ritorno bello e buono senza correre il rischio di ’sporcare’ un cult del passato attualizzandolo male.
Con la messa in onda, mi sono dovuto ricredere. Vedere una scena poverissima, musiche datate, astanti imbalsamati, tecnologia assente hanno riportato la mente indietro di quarant’anni affiancando alla nostalgia l’amarezza. E a poco sono valsi i prestigiosi ospiti a far da elettroshock all’anziano Rischiatutto per riportarlo in vita. Testimonianza del fatto che se metti l’oro in un contenitore poco adatto, rischi di non farlo brillare.
Se a ciò s’aggiunge che la prima puntata che avrebbe dovuto celebrare il ritorno dello quiz ha sporcato la liturgia tipica del programma, allora la considerazione da fare è una soltanto: il passato è passato, ed è giusto ricordarlo senza cercare di riportarlo in vita. Si corre il rischio che sia fuori contesto, assolutamente a disagio in un’epoca diversa dalla quale e per la quale era stato creato.
1. Guasty_95 ha scritto:
22 aprile 2016 alle 00:48