“Ci sono due mestieri in cui si può essere certi di fallire, professore e genitore” questo sosteneva Freud, quando in più occasioni veniva interpellato dai genitori per consigli riguardo all’educazione dei figli. Dello stesso parere sono Gloria Malatesta e Doriana Leondeff, autrici del soggetto di serie e di puntata, nonché della sceneggiatura di Come fai sbagli, la nuova fiction della domenica sera di Rai1 con protagonisti nei panni dei genitori Enrico Ianniello, Caterina Guzzanti, Daniele Pecci, e Francesca Inaudi.
Attraverso le famiglie Spinelli e Piccardo la serie mette a confronto due modelli educativi opposti. Gli uni si oppongono al tipo di educazione severa ricevuta, gli altri ne riproducono il modello. I primi si preoccupano costantemente della felicità dei propri figli, i secondi dai figli esigono innanzitutto il rispetto. Due modelli che le autrici di Come fai sbagli hanno scelto di estremizzare per descrivere, attraverso dubbi, conflitti, contraddizioni, le innumerevoli situazioni con le quali i genitori moderni sono costretti a confrontarsi. Inevitabili i risvolti comici e paradossali. Dietro la macchina da presa Riccardo Donna e Tiziana Aristarco, che hanno guardato con grande attenzione Fais pas ci fais pas ça, la versione francese da cui la serie è tratta. I due registi hanno discusso le linee guida con la Rai e i Produttori e ne hanno realizzato una versione, efficace ma più dolce e romantica rispetto alla serie originale.
Come fai sbagli – Anticipazioni seconda puntata del 27 marzo 2016
La vicina di casa, la signora Evelina (Gisella Burinato), grazie alla complicità del piccolo Diego e alle sue doti informatiche, ha ritrovato un vecchio amore. Decide, quindi, di vendere la sua casa e di iniziare una nuova vita in Australia. Lo scenario si arricchisce di una terza famiglia che si installa al numero 8 tra il villino degli Spinelli e quello dei Piccardo, nella casa che era della signora Evelina: Oscar (Marco Bonini) e Sonia Pagnozzi (Valentina D’Agostino), specchio deformato delle altre due famiglie. Rappresentativi di una fascia sociale che ha raggiunto il benessere non attraverso lunghi e defatiganti studi o apprendistati, ma grazie alla propria determinazione, forza e spregiudicatezza; sempre con un piede di qua e uno di là sul confine tra legalità e illegalità con la convinzione che sia il confine (e non il loro piede) che va spostato ‘per il bene del paese’ e per favorire la crescita.