Format essenziale, domande secche ma mai prive di importanti riflessioni: In mezz’ora ha lo stesso profilo della giornalista che lo conduce, quella Lucia Annunziata che mai ha negato il suo punto di vista di donna di sinistra che però mai si sottrae ad una forte autocritica allo schieramento che più la rappresenta politicamente. L’intervista odierna a Rosy Bindi diventa un piccolo riassunto di un modo intelligente di fare informazione e approfondimento.
La Annunziata cerca in più passaggi di enucleare le maggiori criticità, storiche e contemporanee, del centrosinistra nel non comprendere alcune dinamiche politiche, e ha tutta l’autorità di farlo, lei che ha spesso dedicato le sue pagine all’analisi delle forze politiche nate dallo scioglimento del vecchio partito comunista. Interviene in maniera diretta sul caso Marrazzo precisando la sua riserva verso il doppiopesismo nella questione morale che ha notato in questi giorni in molta cronaca politica. La Bindi è marcata a uomo, non le si concedono diplomatiche risposte e si cerca di ricavare dati importanti e opinioni nette sui molti fronti aperti in questi giorni.
Dalla fuoriuscita di Rutelli alla promozione europea di Massimo d’Alema (con il corollario di sospetti di inciucio), dal futuro del partito con la nuova linea Bersani alle nuove candidature per le elezioni regionali: il meccanismo della lunga intervista consente un buonissimo ventaglio di quesiti da poter propinare all’ospite di turno. Meglio di ogni talk declinato al plurale possono emergere le differenze dei vari protagonisti dello scacchiere. Senza infingimenti l’obiettivo è proprio di delineare dei confini fissi tra le idee e le azioni delle varie forze coinvolte nella gestione della cosa pubblica. Quelle fondamentali differenze che la gente vede sempre meno.
Ciò che probabilmente più piace di un tale giornalismo è il coraggio della domanda pungente che non si arrende davanti a bivi che potrebbero essere compromettenti. Nessun adagio nel populismo o nella domanda che non porta a niente, e questa impostazione editoriale è chiaramente sottolineata quando, in chiusura di puntata, si mostra sofferente nel rivolgere a Rosy Bindi uno di quei classici quesiti, stile Vanity Fair, sulla questione delle quote rosa nella politica che conta.
Lucia Annunziata ha lo storico primato di essere stata al contempo irriverente sia con Berlusconi (che abbandonò la trasmissione dopo pochi minuti), sia con Michele Santoro ad Annozero, quando ad abbandonare il programma fu proprio l’Annunziata, indignata per una gestione faziosa della puntata sul sempre delicato caso Medio Oriente.
Al momento il programma non sembra essere presente in quella ”lista nera” di programmi sinistrorsi poco graditi al centrodestra. Segno di riconoscimento di professionalità per gli elementi finora presi in considerazione?
1. mrwatson52 ha scritto:
21 novembre 2010 alle 12:10