9
gennaio

COSE NOSTRE: RAI1 RACCONTA IL GIORNALISMO ANTIMAFIA SCONOSCIUTO AI PIU’

Cose Nostre

Automobili date alle fiamme, aggressioni, minacce, lettere intimidatorie. Pallottole inviate per posta, incursioni dentro casa, querele temerarie. Sono questi i modi con cui le mafie tentano di condizionare la stampa italiana, per mettere a tacere le voci scomode di chi denuncia il malaffare. A partire da stasera – 9 gennaio – Rai1 racconta la vita e l’attività dei giornalisti antimafia con Cose Nostre, una serie di cinque documentari inchiesta. In seconda serata, Cose Nostre affronterà alcune tra le più inquietanti vicende del nostro Paese attraverso le storie ed il lavoro di cronisti eroici, che spesso agiscono in solitudine per contrastare le mafie. L’appuntamento accenderà così un faro sul rapporto tra buon giornalismo e mafie, che negli ultimi anni è stato segnato da un aumento degli episodi intimidatori. Di questo fenomeno preoccupante si è occupata anche la Commissione Parlamentare Antimafia.

Grazie al lavoro di alcuni cronisti coraggiosi, Cose Nostre svelerà gli affari della ‘ndrangheta nel porto di Gioia Tauro e ricostruirà gli equilibri criminali nello storico quartiere Forcella di Napoli, racconterà il controllo del territorio di Cosa nostra nel Palermitano (da Partinico a Cinisi) e le relazioni tra le mafie straniere e i terroristi islamici. Ma punterà i riflettori anche sui nuovi affari dei clan, dal gioco d’azzardo ai beni confiscati.

Nella prima puntata, in onda stasera a partire dalle 23.25, Cose nostre racconterà la storia del giornalista napoletano Arnaldo Capezzuto, che a seguito dei suoi libri e delle sue denunce contro la camorra ha ricevuto minacce e intimidazioni da parte dei clan. Attraverso gli occhi di Capezzuto, il programma racconterà Napoli con le sue contraddizioni: dal regno del clan Giuliano a Forcella, nel cuore della città partenopea, all’omicidio di Annalisa Durante, la 14enne uccisa per un tragico errore il 27 marzo del 2004. Fino alla recente “paranza” dei ragazzi, la guerra tra i nuovi e giovanissimi boss che ha insanguinato negli ultimi mesi le strade della città.

Nelle cinque puntate previste, Cose Nostre presenterà storie e protagonisti poco noti – per non dire sconosciuti – al grande pubblico. Stasera toccherà, come anticipato, ad Arnaldo Capezzuto; il 16 gennaio a Michele Albanese, giornalista de Il Quotidiano del Sud di recente insignito con il premio Borsellino.

Il 23 gennaio si parlerà di Amalia De Simone, che accenderà i  riflettori su alcune delle vicende più oscure del Mezzogiorno; il 30 gennaio di Pino Maniaci, direttore di Telejato che rappresenta una insopportabile spina nel fianco per la mafia siciliana. L’ultima puntata, il 6 febbraio, sarà dedicata a Giovanni Tizian, che ha subito minacce per il suo lavoro sul gioco d’azzardo.

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