
26
dicembre
TV SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI: I MISTERI DI LAURA IN ANALISI CON LA PROF, CHE DIO CI AUTI, DON MATTEO, E’ ARRIVATA LA FELICITA’

I Misteri di Laura
Portiamo in analisi una paziente esuberante, che però non si presenta da sola.
- Paziente: Toc, toc. Posso entrare?
- Terapeuta: Salve. Prego, si accomodi.
- P: Buongiorno dottore. Io sono I misteri di Laura, quella fiction in 8 puntate di Canale 5 con Carlotta Natoli e Daniele Pecci che ha fatto ascolti drammatici, e vengo da lei una volta a settimana per elaborare il trauma da fallimento. Praticamente una sfigata epocale, si ricorda di me, no?
- T: Buongiorno, sì, certo che mi ricordo. Non sia così cattiva con se stessa però. Un flop lavorativo capita a tutti, ce lo siamo dette già molte volte.
- P: Sì, sì, lo so. Lo dicevo solo per fare sintesi. E anzi a proposito di sintesi, entrerei subito nel cuore del problema, visto che poi il tempo vola. Quindi, se lei è d’accordo, io procederei.
- T: Ok, proceda. La ascolto.
- P: Allora, ho ragionato molto su quello che ci siamo detti l’altra volta. Tutto quel discorso in merito al cambiare atteggiamento, a non mettermi sempre a paragone con le mie colleghe fiction perché ognuna di noi è diversa ed il confronto deve essere solo uno strumento per migliorarsi altrimenti non ha senso, eccetera. Allora, ho capito che lei ha ragione. Sì, ha ragione, il confronto superficiale con gli altri non serve. E allora che faccio io? Vado a fondo, indago più in profondità. E come? Con un confronto diretto, una porta sbattuta dritta in faccia, uno schiaffo morale a cinque dita ben spiattellato sulla guancia.
- T: Piano, piano. Innanzitutto, cosa intende con schiaffo morale? Cosa ha in mente? Mi devo preoccupare?
- P: Posso?
- T: Mmm, oddio. Può cosa?
- P: Mi alzo e apro la porta perché ho invitato alcuni colleghi ad unirsi alla terapia, non sono molti, giusto qualcuno per avere dei feedback immediati, diciamo che è per coinvolgere tutte le parti in causa. Un’indagine a carte scoperte, insomma. E la invito ad apprezzare il mio coraggio nel mettermi in gioco ed andare a chiedere a tutti se volessero venire in terapia con me, nonché l’indifferenza verso la potenziale figura da sfigata che potrei fare davanti a tutti.
- T: Lei ha veramente invitato i suoi colleghi? Cioè sono qui fuori? Posso anche apprezzare il coraggio, ma non sono certa che una terapia di gruppo, così organizzata poi, sia ciò che le serve.
- P: Io invece credo che sarà utilissimo. Che faccio? Li faccio entrare?
- T: Visto che ormai sono qui, facciamoli entrare. Ma, mi ascolti, la invito a restare calma ed a mantenere un atteggiamento di predisposizione all’ascolto. Non prevarichi gli altri, altrimenti sarà inutile.
- P: Ok. Avanti!
- T: 1,2,3… Ma quanti sono?
- P: Mah, tranquilla, sono solo quelli che mi rubano il mestiere, come si dice in gergo tecnico sono “i competitors”. E poi io lavoro meglio con tutti gli indiziati sulla scena del crimine.
- T: Indiziati? Scena del crimine?
- P: Ehh, lapsus. Volevo dire che do il meglio di me quando ho di fronte tutte le parti chiamate in causa.
- T: Ok; lasci che mi presenti: benvenuti a questa forma di terapia sperimentale, accomodatevi e piacere di conoscervi.
- Salve, io sono la Prof, Provaci ancora Prof (PAP).
- Ah, sì, io sono la Suora, Che dio ci aiuti (CDCA), ma ho una delega anche per il mio collega Don Matteo (DM).
- Noi siamo i Mieli e i Camilli, E’ arrivata la felicità (EALF).
- T: Bene. Allora, la domanda a cui stiamo cercando una risposta è perché I misteri di Laura non ha incontrato il favore del pubblico. Voi avete qualche suggerimento?
- P: Ecco, sì, troviamo una risposta così mi metto l’anima in pace. Perché poi, dico io, qualche indagine io l’ho già fatta, e non ho trovato eclatanti distanze. Non so, per esempio le trame ovvie? A parte che sfido chiunque a risolvere i casi che ho risolto io, ma poi al di là di questo, non che i casi della Prof siano tanto più elaborati. E anche le storie personali c’erano, perché m’han detto pure questa, ma c’era la storia di un’adolescente che fa i conti con la separazione dei genitori, quella di una donna di oggi divisa fra casa e carriera, c’era pure la storia d’amore!
- T: Ecco, però lasciamo parlare gli altri, altrimenti che li ha invitati a fare?
- P: Sì, scusate.
- PAP: Ecco, se posso dire la mia, forse non hai avuto successo, non so, perché mi somigli troppo? Non so, la butto lì.
- P: Ma se tu sei una prof! E poi, dopo sei stagioni, non hai ancora scelto fra l’ex marito ed il commissario; io invece, se permetti, ho già scelto! E poi diciamolo, tra Laura e Camilla c’è un abisso.
- T: Non esageriamo ora. I misteri di Laura, lei non deve difendersi, lei deve ascoltare. Vuole o no questo schiaffo morale? Passiamo ai Mieli ed i Camilli, avete qualcosa da dire?
- EALF: Beh, noi siamo stati i diretti competitors per qualche serata, ed anche se abbiamo vinto non è che proprio possiamo stappare le bottiglie di champagne per gli ascolti pazzeschi. Però ecco, no, non abbiamo niente da suggerire, anzi potremmo venirci anche noi in terapia da lei? No, così. E poi noi siamo stati così assorbiti dalle nostre trame, separazioni, grandi amori, lutti, gravidanze, problemi adolescenziali che proprio non sapremmo cosa dire.
- T: Vede I misteri di Laura, forse indirettamente le stanno dicendo che le sue puntate erano un po’ vuote, concentrate solo su Laura e mancavano di un pizzico di pluralismo narrativo, no?
- P: Mah, anche io avevo separazioni, problemi adolescenziali, la grande storia d’amore, eccetera. E poi io sono un poliziesco, avevo le investigazioni, vorrei vedere se sti Mieli e Camilli saprebbero trovare l’assassino in 50 minuti di puntata!
- T: Atteggiamento di ascolto, predisposizione all’ascolto, si ricorda cosa ci siamo dette? Lei ha qualcosa da dire Che dio ci aiuti?
- CDCA: Ecco, mah, no, no, non ho niente da dire. Cioè io capisco I misteri di Laura, mi sento vicina a lei. Forse si è presa troppo sul serio, è mancata un’Azzurra Leonardi, una nota di follia.
- P: Ma per favore, suvvia, che poi lo sanno tutti che lei e Don Matteo avete una protezione dall’alto, facile così.
- T: Basta. È tutto inutile, io mi arrendo. Lei non ascolta, ecco il problema. Lei ha copiato il format spagnolo senza ascoltare le esigenze del pubblico italiano e senza studiare il panorama della fiction nostrana. Lei non ascolta, non ha mai ascoltato. Lei risolve i casi ma non coinvolge il pubblico in questa risoluzione, lei ha problemi di cuore ma non empatizza con il pubblico queste difficoltà. La scrittura è elementare, ma non è la banalità che il pubblico cerca. Il pubblico cerca una complessità addomesticabile. Ecco il problema.


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2 Commenti dei lettori »

Anche in questi giorni di festa, il mio apprezzamento per questa rubrica :)


2. maurizio ha scritto:
Anche in questi giorni di festa, il mio apprezzamento per questa rubrica

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1. mauri ha scritto:
27 dicembre 2015 alle 03:55