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dicembre

TV SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI: IL MAURIZIO COSTANZO SHOW DALL’ANALISTA!

Maurizio Costanzo Show - Lollobrigida e Costanzo

Maurizio Costanzo Show - Lollobrigida e Costanzo

  • Terapeuta: Buongiorno
  • Paziente: Bonasera. Comoda, comoda.
  • T: Sì, in realtà sono comoda… Lei è comodo?
  • P: Non c’è male. Allora, dica.
  • T: No, in realtà è lei che mi dovrebbe dire qualcosa.
  • P: Ma come scusi?
  • T: Eh sì, questo è il mio studio, è lei ad essere venuto da me.
  • P: Ahh, ancora è legata a questi vecchi clichè. Che importa chi è andato da chi, l’importante è che adesso siamo qui, no? Poi qualcosa da raccontare lo avremo entrambi.
  • T: Va bene, facciamo come dice lei! Allora prima io dico qualcosa di me e poi lei dice qualcosa di sé, così il nostro sarà uno scambio equo. E’ d’accordo?
  • P: Molto bene. Che inizia lei?
  • T: Inizio io. Io sono un terapeuta e per lavoro ascolto ciò che i programmi televisivi dicono a microfoni spenti.
  • P: Allora, io sono il Maurizio Costanzo Show e per lavoro ascolto quello che le persone hanno da dire a microfoni spenti, solo che i microfoni glieli lascio accesi.
  • T: Beh, allora è di gran lunga più bravo di me.
  • P: E che devo fare, sono un talk show. E poi, c’è voluta una vita d’esperienza. 4399 puntate non sono mica bruscolini, no che dice? Io ho esordito nel 1982, al Parioli, andavo in prima serata. Poi sono passato alla seconda serata, ma su Canale Cinque. Poi ho chiuso, son ripartito, ho fattotaaraìtarà, ed ora sono ancora su Rete Quattro in prima serata.
  • T: Qui…
  • P: Aspetti, la domenica sera, non l’ho detto, la domenica sera in prima serata. Ho ripreso l’anno scorso a primavera, un esperimento che poi sembra essere andato bene e infatti in autunno ho replicato, anzi ho finito proprio ieri l’altro. Tornerò? Chi lo sa. Se tutto va come deve, tornerò in primavera.
  • T: Posso? Non voglio interromperla.
  • P: Dica.
  • T: Vedo che vive con consapevolezza la sua età. Intendo dire, spesso i suoi colleghi rimpiangono i bei tempi andati oppure temono di invecchiare e scomparire. In lei non vedo nulla di tutto ciò. Sa di avere un passato, ma fondamentalmente vive nel presente.
  • P: Che dovrei fare altrimenti? Vede io non sopporto quelli che vivono di rimpianti. La vita è fatta di appuntamenti mancati, io credo. Nel mio studio ho ospitato moltissima gente, di tutte le età, per esempio l’ultima puntata, quella dell’altro ieri, c’erano in apertura i Dear Jack ed in chiusura Gina Lollobrigida. Questo è il tempo, che passa e che resta.
  • T: Una visione molto rincuorante, la sua. E dei suoi ospiti che mi dice?
  • P: E che le devo dire, sono ospiti.
  • T: Ahaha, certo. E’ più ciò che lei ha dato a loro o quello che loro hanno dato a lei?
  • P: Mah, è una domanda inutile. E’ stato uno scambio il nostro. Tanti personaggi che oggi sono importanti nel panorama italiano li ho lanciati io; poi non sto a fare il Pippo Baudo della situazione. Ma anche loro, senza degli ospiti pronti a raccontarsi con verità, a mettersi a nudo senza prendersi troppo sul serio, il programma non avrebbe senso. Capito? E’ sempre reciproco.
  • T: Certo, capisco. Per esperienza, però, so che per mettersi a nudo serve sentirsi in un posto amico. Lei come riesce a creare un posto amico davanti ad un pubblico?
  • P: Perchè il pubblico non è amico? Se si è un personaggio dello spettacolo e si fa questo mestiere, il pubblico è un amico. E se non è amico, che lo si fa a fare questo mestiere? Nel mio studio ci sono le sedie, disposte a semicerchio, a turno tutti dicono qualcosa. Certo, alcuni parlano di più e alcuni di meno, un po’ per carattere, un po’ perchè alcuni ormai li conosciamo visto che sono già stati ospiti. Pensi che mi son reso conto che il mio conduttore – che sono un po’ io – conclude quasi ogni aneddoto raccontato dagli ospiti dicendo “sì, me lo avevi già raccontato”. C’è una conoscenza profonda, ma solo perchè è stata approfondita nel tempo. Poi si parla anche di gossip, o cavolate così, perchè nella vita c’è anche questo.
  • T: E’ vero, eppure non è facile nemmeno dall’analista, figuriamoci in uno studio tv!
  • P: Ma come non è facile? Basta lasciare che le persone siano loro stesse, io solo questo chiedo ai miei ospiti, essere loro stessi. Poi a volte chiedo loro di cantare, di ballare o cose così, ma quello dipende da ciascuno. Io lascio dire a tutti quel che credono, quello che sentono. Poi al massimo metto un bip sulle parolacce.
  • T: Ho capito, ho capito. E come li lascia andare, poi?
  • P: Con la passerella. Vede io ho due jingle che sono la mia colonna sonora storica, quella iniziale, quando entro illuminato dall’occhio di bue dietro al sipario, anche se la silhouette ormai m’ha abbandonato da mò, mamma mia meglio non pensarci! E quella finale, quella del sipario, quando tutti sfilano e salutano il pubblico.
  • T: Un rito a cui nessuno si sottrae?
  • P: Mah, non è un vero e proprio rito. E’ solo che alla fine è giusto salutare, poi gli ospiti a volte manco entrano, cioè stanno già seduti in scena quando inizio. Comunque no, nessuno si sottrae, tranne io.
  • T: Ah! Interessante! Approfondiremo, ma per oggi signor Maurizio Costanzo Show, il tempo a nostra disposizione è terminato. Prima di andare mi lasci rispondere alla sua domanda, quella che l’ha portata da me. Sì, io credo che lei abbia fatto bene a tornare in tv. Finché saprà creare mura domestiche attorno ai suoi ospiti, fa bene ad esserci. L’ho capito che è venuto da me per capire questo, o mi sbaglio?
  • P: La ringrazio. Mah, vabbè, per ora diciamo “sipario”?
  • T: Come vuole lei. Io per ora le dico arrivederci.
  • P: A lei.


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