29
novembre

TV SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI: TI LASCIO UNA CANZONE DALL’ANALISTA

Ti Lascio una Canzone 2015 - finale

Ti Lascio una Canzone 2015 - finale

-          Paziente: Buongiorno! Posso entrare?

-          Terapeuta: Buongiorno. Sì, è un po’ in anticipo ma entri pure.

-          P: Grazie!

-          T: Prego. È successo qualcosa? Mi pare molto irrequieto.

-          P: Insomma, sto morendo.

-          T: Morendo? Allora si calmi e inizi dal principio. Lei chi è e perché ha insistito tanto per venire in terapia proprio oggi?

-          P: Sì, ecco, allora, eeee.

-          T: Con calma. Innanzitutto, lei chi è?

-          P: Sì, io sono Ti lascio una canzone. Sono un varietà del sabato sera di RaiUno e sono condotto da Antonella Clerici. Prendo il titolo da un celebre brano di Gino Paoli. Sono ormai uno dei pochi cavalli di battaglia del prime time di RaiUno, come saprà siamo rimasti in pochi, ci siamo Io, Ballando, Tale e quale, e pochi altri. Questa crisi ci ha messo in ginocchio.

-          T: Ho capito. Insomma questa “crisi” l’ha segnata da vicino, è per questo che teme di morire?

-          P: No! Cioè, la crisi ha sicuramente contribuito, ma non è questa la cosa che ora mi spaventa di più.

-          T: Allora è forse l’età a spaventarla? Si sente alla fine della corsa?

-          P: No! Ma le pare, scusi, io sono ancora giovane! Lei quanti anni mi dà?

-          T: Beh, non è importante la mia opinione a riguardo. Me lo dica lei, quanti anni ha?

-          P: Pochi, solo 8. Sono solo alla mia ottava edizione. Sono nato nel 2008 e le prime due stagioni le ho trascorse a Sanremo, poi mi sono trasferito a Napoli per la terza e la quarta, ed infine dalla quinta edizione in poi sto a Roma. Nella capitale ho realizzato ben 4 stagioni, tra anni sabbatici e continue trasferte fra la Dear ed il Foro Italico. Insomma, ho già vissuto parecchio, ma è solo perché ho iniziato presto.

-          T: Certo, certo, si vede proprio che lei è un piccolo adulto.

-          P: Ahhhh, ci risiamo. Ma lei è una del Moige?

-          T: Scusi?

-          P: Il Moige? Non è del Moige? Sicuro? Meglio, è solo che quando ho sentito “piccolo adulto” mi sono indispettito. Sa, il Moige ci attacca spesso proprio sulla questione dell’atteggiamento da piccoli adulti dei nostri bambini.

-          T: No, per chiarezza le dico che io non appartengo a nessuna associazione. Però se sono già la seconda a farle notare questa caratteristica, forse un fondo di verità c’è.

-          P: No! Assolutamente. I nostri bambini sono trattati da bambini. Giocano, cantano e si divertono. La malizia dov’è? Sono ben altre le situazioni di mancanza di rispetto verso i più piccoli.

-          T: Ehi, si calmi. Non è un attacco, io sto dalla sua parte. Le ho detto solo che guardandola lei non si presenta come una trasmissione a misura di bambino, lei pare proprio un giovane adulto. Non è una critica, è solo un lato della sua personalità.

-          P: Ma non è vero.

-          T: Provi a pensarci senza pregiudizi. Non crede di essere un programma di adulti e per adulti in cui lo show è costituito da bambini che cantano?

-          P: Sì, beh, sì.

-          T: E’ quello che le sto dicendo io, allora siamo d’accordo. Questo non significa che lei sia uno sfruttatore di bambini, anzi! Però lo ammetta a sé stesso, lei è uno spettacolo con i bambini, non per i bambini. Ma non soffermiamoci troppo. Non mi ha ancora detto perché teme di morire.

-          P: Sì, giusto. Allora, sono ormai alla fine della stagione in corso. Ho ultimato le puntate ed ora temo che verrò soppresso. Ho in me una grande ansia ed una grande paura. E se quella di ieri fosse l’ultima puntata? Se fosse la fine di tutto? Se poi morissi?

-          T: Si calmi. Ha avuto dei segnali riguardo alla sua possibile soppressione?

-          P: Non diretti. Ma gli ascolti sono stati bassi, nonostante il grande sforzo produttivo e creativo. Pensi che quest’anno ho investito sulle scenografie e sulle ambientazioni delle singole performance. Ho investito anche sulla giuria, rimpolpata di due elementi così diversi come Lorella Cuccarini, figlia di Fantastico, e Chiara, figlia di X Factor. Ho anche introdotto il segmento notturno di Ti lascio una canzone Big con gli ex-concorrenti ormai divenuti maggiorenni che si sono contesi un contratto discografico. Perfino sugli ospiti, mio punto debole in passato, non mi sono risparmiato invitando dai Ricchi e Poveri a Vanessa Incontrada, da Massimo Ranieri a Mika. Insomma ce l’ho messa tutta, eppure i risultati non sono arrivati.

-          T: Capisco. Mi creda, la capisco. La delusione può essere devastante in certi momenti.

-          P: Sì, ma il fatto è che io non mi arrendo, io sono convinto di essere ancora un gran programma. Io non voglio morire ora. Credo di avere ancora qualcosa da dire, eppure ho il presagio di essere sulla via del macello.

-          T: Si calmi. Non pianga. Vede signor Ti lascio una canzone, la consapevolezza che le cose non vanno bene unita all’ansia dell’ignoto di ciò che ci attende, fanno comprensibilmente nascere la paura della morte. Ma lei non si lasci sopraffare. Lei per ora non è morto, lei per ora sta combattendo, è questo l’importante. Lei si è messo in gioco ed ha perso, è vero, ma questo non è morire. Muore chi non si mette mai in gioco e si ripete.

-          P: Non è facile. Non è facile non pensarci.

-          T: Lo so. Infatti non le dirò che vivrà ancora a lungo, certamente glielo auguro, ma non posso garantirglielo. Le dirò piuttosto che chi la ama, le vorrà bene comunque vadano le cose.

-          P: Grazie. Posso farcela?

-          T: Sì, può farcela. La diagnosi è chiara: disturbo d’ansia generalizzato da nostalgia di chiusura e paura del futuro che sarà, unito a delusione da insuccesso nonostante l’impegno.

-          P: Ahhh, ho tutte queste cose?

-          T: Forse le ha già superate. Torni quando vuole e resti concentrato sul presente.

-          P: Ok. Speriamo vada tutto bene. Arrivederci.



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2 Commenti dei lettori »

1. Marco18 ha scritto:

29 novembre 2015 alle 14:32

Articolo piuttosto ridicolo…



2. Sara ha scritto:

29 novembre 2015 alle 15:46

Quel ridondante T e P



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