Il Tagadà gira per due ore. Ma sempre su se stesso. Il nuovo programma di La7, al via oggi sotto la conduzione della valente Tiziana Panella, doveva portare sugli schermi “il pomeriggio che non c’era“, ma in realtà si è limitato a proporre uno schema ormai noto al pubblico della rete terzopolista: quello del dibattito d’attualità a vocazione politica. Un lavoro ben fatto, garbato nei toni e anche gradevole da seguire, ma non proprio sorprendente.
Tagadà: “il pomeriggio che c’era al mattino”
Nella sua prima puntata, la trasmissione è iniziata con un dibattito sull’uso delle armi come legittima difesa. Poi spazio ad un’intervista al Ministro Lorenzin (un bel colpo, niente da dire): la conversazione si è svolta su un divano, forse nel tentativo di rendere più colloquiale il confronto. Si è parlato poi della città di Roma, di pensioni e di Legge di Stabilità. Tutti argomenti interessanti, ma che avremmo potuto trovare anche nei programmi mattutini (o serali) di La7.
E allora dove sta il divertimento di salire su questo Tagadà? Il programma può vantare una conduttrice capace ed avvenente, che sa tenere le redini del dibattito e riesce anche a sdrammatizzare la seriosità di certi argomenti: abilità, queste, che andrebbero meglio sfruttate con una scaletta più agile e magari anche più pop, visto l’orario di messa in onda. Al contrario, per ora la trasmissione ha costretto la giornalista ad una sorta di remake del suo Coffee Break, con tanto di cifre e analisi economiche.
A nostro avviso Tagadà potrebbe funzionare, ma serve più coraggio. Infatti, se da una parte è vero che La7 non può rinunciare al proprio ‘core business’ – ossia il talk show politico – dall’altra è altrettanto vero che il pubblico pomeridiano ha esigenze diverse da quello mattutino o del prime time. Senza contare che si rischia di usurare temi e tematiche in un periodo, peraltro, in cui i divoratori di tribune politiche mostrano una minore propensione a maratone catodiche.
Dunque poteva essere auspicabile non limitarsi soltanto a numeri e leggi, alternando magari tematiche ‘alte’ e ‘meno alte’, con l’ausilio di un parterre che – a differenza di quanto accade in altre trasmissioni pomeridiane – non sia composto dai soliti tuttologi da salotto, che il particolare pubblico de La7 potrebbe non gradire. Il Tagadà può e deve girare più forte.
1. Porciatti Pier Vittorio ha scritto:
27 ottobre 2015 alle 10:41